Alzheimer, mappati i network proteici che causano la disconnessione cellulare del cervello

Uno studio innovativo condotto dalla Icahn School of Medicine at Mount Sinai e pubblicato su Celi ha tracciato una delle mappe proteiche più complete del cervello affetto da Alzheimer mai realizzate finora.

Analizzando i tessuti cerebrali di circa 200 individui, i ricercatori hanno evidenziato come la perdita di comunicazione tra neuroni e cellule gliali sia strettamente legata alla progressione della malattia.

Secondo il prof. Bin Zhang, autore senior dello studio, l’Alzheimer non è solo un accumulo di placche e grovigli proteici ma un deterioramento del sistema complesso di comunicazione cellulare. Il malfunzionamento dei meccanismi di supporto tra neuroni e glia è risultato come elemento centrale della patogenesi.

Approccio proteomico su larga scala

Il team, utilizzando tecniche avanzate di proteomica, ha esaminato oltre 12 mila proteine cerebrali, costruendo reti computazionali per identificare le interazioni alterate dalla malattia.

Il risultato è stato un modello su più livelli che ha permesso di individuare le proteine chiave coinvolte nella disgregazione della rete cellulare. Tra queste spicca AHNAK, una proteina degli astrociti che aumenta con l’avanzare della malattia ed è associata a livelli più elevati di poteine tossiche come tau e beta-amiloide. In modelli cellulari umani, la riduzione di AHNAK ha portato a un calo di tau e un miglioramento delle funzioni neuronali, suggerendo un potenziale bersaglio terapeutico.

Lo studio ha, inoltre, consentito l’identificazione di oltre 300 proteine poco studiate, aprendo la strada alla ricerca e allo sviluppo di nuovi farmaci. Un aspetto non meno importante emerso dalla ricerca è che fattori biologici come sesso e genetica possono influenzare significativamente il comportamento delle reti proteiche, rafforzando ulteriormente l’importanza di guardare ad approcci sempre più personalizzati.

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