Attività libero professionale: al nord il maggior uso (nonostante i migliori LEA a disposizione)

Attività libero professionale: al nord il maggior uso (nonostante i migliori LEA a disposizione)I recenti dati messi a disposizione nella relazione annuale al Parlamento (leggi qui) sull’esercizio dell’attività libero professionale intramuraria – anno 2015 – sono chiari: il maggior ricorso all’intramoenia avviene nelle Regioni del centro nord.
In particolare, spetta all’Emilia-Romagna avere la maggior spesa pro-capite (30 €), ma sono molte altre quelle che superano ampiamente la media nazionale (18,4 €), su tutte Toscana, Piemonte, Liguria, Marche, Veneto e Lombardia.
Nota peculiare è che i cittadini delle Regioni che utilizzano le prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici – che utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche del SSN a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa – sono quelli che hanno a disposizione i migliori Livelli Essenziali di Assistenza. Infatti, come emerge dal rapporto sul Monitoraggio della cosiddetta Griglia LEA, messo a disposizione dal ministero diretto da Beatrice Lorenzin (Tab. 3.1 pag. 29), i punteggi più alti spettano proprio a Toscana (212), Emilia-Romagna (205) e Piemonte (205).

(fonte: http://www.salute.gov.it)

Certamente gioca un ruolo importante la disponibilità economica (il reddito disponibile pro-capite è molto più alto nelle Regioni del Nord rispetto a quelle del Sud), che nel caso della libera professione permette ai cittadini/pazienti di effettuare la scelta del medico di cui si ha maggiore fiducia, ma devono passare inosservate le segnalazioni del XIX Rapporto di Cittadinanzattiva sul Servizio Sanitario Nazionale (leggi qui). Quest’ultimo, che si basa su oltre 21.000 segnalazioni, rileva proprio nell’accesso agli interventi chirurgici e nelle liste d’attesa per visite specialistiche le maggiori criticità del sistema. Insomma, potrebbe non essere male che il nuovo sistema di garanzia dei LEA monitori la situazione anche perché il quadro normativo attuale consente alle aziende sanitarie, attraverso i relativi regolamenti aziendali, di sospendere l’attività libero professionale al momento del superamento dei tempi delle liste d’attesa delle corrispondenti prestazioni erogate in regime istituzizonale.

Libera professione: aspetti economici
Grazie ai conti economici delle aziende sanitarie presenti sul territorio nazionale, sappiamo che l’attività di intramoenia genera ricavi complessivamente per quasi 1,12 miliardi di euro, dato in costante diminuzione (erano oltre 1,26 miliardi nel 2010), ma grazie alla diminuzione più che proporzionale dei costi delle attività, il saldo al netto delle compartecipazioni al personale che rimane nei bilanci delle ASL/AO si attesta a quota 228 milioni di euro.

(fonte: http://www.salute.gov.it)

Libera professione: quali prestazioni?
L’intramoenia può riguardare sia l’attività di ricovero per acuti sia le visite specialistiche e prestazioni strumentali. Nel primo caso il rapporto sulle attività di ricovero testimonia un numero di dimissioni in libera professione pari a 26.267 che di fatto rappresenta lo 0,3% del totale dei ricoveri per acuti (8,4 milioni). Dunque si tratta di cifre da prefisso telefonico e anche nelle Regioni dove si registrano i maggiori interventi (Emilia-Romagna e Toscana) non si supera lo 0,4%.

(fonte: http://www.salute.gov.it)

Diverso il discorso per quel che riguarda le prestazioni ambulatoriali. In questo caso i dati hanno quale riferimento il monitoraggio delle 43 prestazioni definite dal Piano Nazionale per il Governo delle Liste d’Attesa 2010-2012 – in attesa di aggiornamento – e scopriamo che in alcune regioni le percentuali sono di tutto rispetto. È il caso, ad esempio, delle visite ginecologiche che per il 27% sono effettuate attraverso il ricorso all’intramoenia (Emilia-Romagna 47%; Veneto 41%). Interessanti anche i valori per la visita gastroenterologica (22%), urologica (19%), di chirurgia vascolare (16%), cardiologica (14%) e neurologica (13%).

(fonte: http://www.salute.gov.it)

Quanti medici scelgono la libera professione e quanto guadagnano
Da segnalare, infine, il numero di medici che esercitano l’attività libero professionale intramuraria. Il dato mostra una flessione passando da 59.000 unità relative all’anno 2012, pari al 48% del totale dei dirigenti medici del SSN, a 51.950 unità nel 2015, pari al 44% circa del totale. Significa che in media il 47,8% dei dirigenti medici operanti nel SSN a tempo determinato e a tempo indeterminato con rapporto esclusivo, esercita la libera professione intramuraria ricavando mediamente oltre 17.000 euro (in Emilia-Romagna 23.000 euro).

Guadagno medio per medico (fonte: http://www.salute.gov.it)

Emiliano Cremonesi