Educazione terapeutica e prevenzione del diabete in Emilia Romagna

Antonio BrambillaIn Emilia Romagna sono stati pensati, spiega Antonio Brambilla (nella foto), responsabile del Servizio Assistenza Territoriale della Regione, «interventi di educazione terapeutica strutturata (Ets) individuali e di gruppo per consentire al paziente di migliorare le proprie conoscenze e abilità sulla malattia e sul suo trattamento, e gestire la terapia con competenza prevenendo complicanze evitabili. I setting individuati per la realizzazione degli interventi sono diversi: gli ambulatori dei pediatri di libera scelta e gli undici centri regionali di riferimento, con relative Pediatrie ospedaliere, per il diabete mellito tipo 1 (DM1) in età pediatrica; i centri diabetologici per il diabete mellito tipo 1 in età adulta e nel diabete mellito tipo 2 (all’esordio e quando vi sono complicanze gravi); le case della salute per il diabete mellito tipo 2. Nella malattia diabetica Ets riguarda: la gestione e somministrazione della terapia iniettiva; il controllo glicemico; la verifica dell’apprendimento della tecnica e delle modalità di conservazione e somministrazione dell’insulina; la verifica dei siti di iniezione per evidenziare eventuali zone di lipodistrofia; l’alimentazione, il calcolo dei carboidrati e la relazione tra alimentazione, glicemia e movimento; l’istruzione all’uso del microinfusore e di altre tecnologie avanzate come i sensori (Cgm) e i sistemi integrati (Sap)». E per quanto riguarda la prevenzione? Riprende Brambilla: «gli interventi e le iniziative di prevenzione della malattia diabetica sono molteplici, dalle campagne informative sugli stili di vita nelle scuole, al progetto relativo alla diagnosi precoce, chiamato “Anche i bambini possono ammalarsi di diabete”, il progetto delle Palestre etiche, ovvero una rete di strutture sportive certificate dal Ssr dove svolgere attività fisica finalizzata alla tutela della salute o prescritta come terapia. Altri interventi riguardano, invece, l’adesione alla terapia e la prevenzione delle complicanze. Lo strumento che ci permette di mettere in atto queste azioni sono i percorsi preventivi, diagnostici, terapeutici, assistenziali (Ppdta). A livello regionale, sono stati elaborati e formalizzati diversi documenti regionali come per esempio il piano diagnostico assistenziale del bambino con DM1; le linee d’indirizzo regionali del diabete mellito, la gestione integrata del DM2, il Percorso diagnostico terapeutico per il piede diabetico, le raccomandazioni regionali per un uso appropriato dei dispositivi medici, il percorso ospedale-territorio (gestione intraospedaliera e la pre-dimissione). Il quadro generale di queste iniziative è previsto dal Piano regionale della prevenzione 2015/2018 approvato in luglio». In tutto questo lavoro di educazione e prevenzione, grande importanza ha senza dubbio il database relativo ai malati di diabete, la cui creazione è suggerita anche dal Piano Nazionale Diabete. «Nel 2009 la Regione, con delibera 380/2009, ha istituito in tutte le Ausl un registro clinico per monitorare gli adulti con diabete mellito presi in carico e intercettare persone potenzialmente a rischio o con diabete non ancora diagnosticato. Nel 2014 la Regione ha istituito anche il registro clinico per la popolazione pediatrica presso gli undici centri di riferimento regionale».

Stefania Somaré