L’ospedale è un organismo complesso, tecnologicamente immenso e ramificato, interconnesso e governato sulla base di valori chiave, come sicurezza, affidabilità, qualità, innovazione, sostenibilità, disponibilità. Che cosa accade quando un’emergenza – come quella da Covid-19 – si abbatte sul sistema complessivo, chiedendo tempi di reazione immediati e capacità di modulare gli interventi in forma duttile e intercambiabile?

Nel corso del suo XX Convegno Nazionale, l’Associazione Italiana Ingegneri Clinici (“Emergenza SSN! Ripartiamo insieme da competenze, tecnologie, organizzazione”, in corso fino a venerdì 13 novembre) ha dedicato una delle sue sessioni più importanti al tema dell’Ospedale Elastico.

«Abbiamo definito in questo modo proprio la struttura ospedaliera che è in grado di rispondere in maniera flessibile e adattabile alle diverse sollecitazioni», precisa Umberto Nocco, vicepresidente AIIC e interprete di questo approccio degli ingegneri clinici. «Lanciando il tema dell’ospedale elastico – facendo tesoro delle esperienze internazionali che abbiamo intercettato e con cui ci siamo confrontati anche nella prima fase della pandemia – abbiamo provato a definire la possibilità di avere una struttura sanitaria in cui le dotazioni tecnologiche healthcare siano sempre pronte a rispondere a necessità di espansione funzionale e fisica per rispondere flessibilmente sia alle emergenze sia alle attività elettive».

«Abbiamo bisogno di edifici re-ingegnerizzati», hanno sottolineato gli ingegneri di AIIC, «pronti ad adattarsi a qualsiasi necessità in termini sia di percorsi interni sia di dotazione impiantistica, di apparecchiature e di personale in numero e con competenze minimali sufficienti a modificare le attività in base al tipo di paziente che devono trattare, organizzazione e logistica reattiva per far fronte a queste mutate necessità.
Questo significa un’accurata gestione dei magazzini e un puntuale monitoraggio delle apparecchiature e, soprattutto, significa una linea di comando che a partire dalle Direzioni generali sia in grado di governare le emergenze utilizzando il criterio di “ospedale elastico” in tutte le sue possibilità.

«Dal punto di vista delle tecnologie medicali», sottolinea Umberto Nocco, «questa idea comporta una riorganizzazione della gestione complessiva e una ri-definizione degli standard tecnologici legati al profilo di assistenza mutevole, così da dimensionare correttamente il parco macchine per non correre il rischio di trovarci, in tempi non emergenziali, ad avere tecnologie inutilizzate che invecchiano senza essere attive, rappresentando uno spreco per il sistema».