Con l’invecchiamento della popolazione sono in costante crescita patologie che colpiscono diversi distretti corporei e apparati, comprese quelle oftalmologiche: le più comuni sono le maculopatie degenerative e le patologie oncologiche che colpiscono l’occhio che, insieme, rappresentano una vera e propria sfida per i nostri sistemi sanitari regionali.
In Piemonte questi temi sono stati al centro di un tavolo clinico-istituzionale, intitolato “Oncologia e Oftalmologia in Piemonte: Diagnosi precoce, innovazione terapeutica e sostenibilità”, moderato da Eugenio Di Brino dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems).
Obiettivo del tavolo, individuare strategie per sviluppare e adottare un modello integrato per gestire al meglio le patologie dell’occhio, dando un ruolo fondamentale all’evidenza scientifica degli strumenti messi in atto e al coinvolgimento di tutti gli attori in gioco.
Il ruolo della rete
Tra le tematiche discusse durante il tavolo clinico-istituzionale c’è certamente quella della collaborazione tra i diversi professionisti sanitari che ruotano intorno ai pazienti con patologia oftalmologica o oncologica dell’occhio.
Michele Reibaldi, direttore Clinica Oculistica dell’Ospedale Molinette di Torino sottolinea l’importanza che questa collaborazione si intensifichi anche tra territorio e ospedali: «tra le patologie oculari croniche, le maculopatie rappresentano la realtà più drammatica, da un lato per il numero enorme di persone affette, dall’altro per il devastante impatto della malattia sulla qualità di vita dei pazienti.
Fortunatamente abbiamo a disposizione terapie estremamente efficaci che si basano sull’iniezione ripetute di farmaci intravitreali capaci di arrestare la progressione della malattia.
Tuttavia, a causa di difficoltà prevalentemente organizzative, dovute all’elevato numero di trattamenti necessari, ma anche al ritardo nell’inizio della terapia rispetto alla comparsa della sintomatologia, spesso non è possibile ottenere i benefici attesi da tali trattamenti.
Avere farmaci efficaci che riducano il numero di trattamenti necessari è il presupposto fondamentale, ma da solo non è sufficiente. Sarà imperativo cercare di costruire una rete efficiente tra territorio e ospedali, con centri specializzati che siano in grado di trattare in maniera tempestiva e appropriata i pazienti».
Aspetti in evidenza
Oltre al rapporto ospedale/territorio e alla costituzione di una rete di lavoro che sappia facilitare l’accesso alle cure, anticipando i tempi di diagnosi, e supportare il paziente nelle diverse fasi della terapia, il professionisti che hanno partecipato a questo tavolo di lavoro hanno anche sottolineato altri aspetti fondamentali.
Il primo riguarda l’implementazione di programmi di screening che consentano di anticipare il momento della diagnosi, programmi che possono utilizzare anche la telemedicina e altre tecnologie avanzate, da integrare nel modello di lavoro regionale.
Un altro passo fondamentale è sviluppare linee guida evidence based che sappiano guidare il clinico nella scelta delle terapie più appropriate al singolo paziente, capaci di migliorarne anche la qualità di vita, affiancate da una formazione continua e da strumenti di supporto decisionale, anche basati sull’intelligenza artificiale.
Infine, sarà necessario introdurre strumenti di valutazione capaci di individuare, tra le terapie innovative, le più efficaci, così da ridurre la frammentazione della spesa tra le diverse strutture del territorio.
Fonte: CS

