L’affiancamento di animali da compagnia alle comuni prassi terapeutiche è una pratica che, in Italia, viene suddivisa in tre differenti aree: attivitĂ  assistita con gli animali (AAA), di carattere ludico/ricreativo; educazione assistita con gli animali (EAA); terapia assistite con gli animali (TAA), di carattere piĂą terapeutico. Nell’insieme si parla di interventi assistiti con gli animali (IAA), dicitura che ha sostituito la storica “pet teraphy”, coniata nel 1964 dallo dallo psichiatra infantile Boris M. Levinson.

La letteratura suggerisce che gli animali, debitamente formati e certificati, rappresentano un valido aiuto nelle realtà in cui i soggetti sono separati dai propri affetti, quindi anche in ospedale dove fungono da ponte tra la persona e gli altri, diventando stimolo per la comunicazione e le relazioni sociali, senza dimenticare il legame che si può instaurare tra paziente e animale stesso. Ruoli, modalità e formazione necessaria sono ampiamente descritti dalle “Linee Guida Nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali”, del 2015.

Le esperienze italiane di IAA negli ospedali ci sono e si diffondono nel tempo, dedicati soprattutto ai pazienti pediatrici. PiĂą di recente l’Ospedale di Rivoli ha attivato il primo progetto italiano dedicato ai pazienti di Terapia Intensiva: si chiama “Ri-animali” e avrĂ  durata di un anno, per un totale di 40 incontri da 45 minuti l’una. La scelta è ricaduta su due cani.

Il progetto

La Terapia Intensiva è un reparto difficile non solo per i pazienti ricoverati, ma anche per i loro familiari e per il personale che vi opera, che sia medico, infermieristico o assistenziale: la criticitĂ  dei casi richiede nervi saldi e scelte decisionali rapide, con possibili ripercussioni a livello emotivo. L’intento del progetto “Ri-animali” è di migliorare la qualitĂ  di vita e il benessere di chiunque abiti lo spazio della Terapia Intensiva. Sono coinvolti gli 11 pazienti con i loro parenti, 24 anestesisti, 25 infermieri, 5 OSS, 2 amministrativi.

Michele Grio, Direttore della Rianimazione di Rivoli, sottolinea: «abbiamo chiesto ai pazienti e ai loro familiari la disponibilità e l’interesse per questa attività e hanno aderito tutti. L’umanizzazione di un ambiente particolare come una Terapia Intensiva è particolarmente difficile e allo stesso importante, ci lavoriamo da diversi anni. Questa è un’ulteriore modalità, un po’ fuori dal comune probabilmente, ma siamo certi che gli studi sugli aspetti infettivologici, allergologici e di benessere soggettivo che intendiamo effettuare con rigore scientifico dimostreranno che i nostri amici a quattro zampe possono e devono essere un ottimo alleato anche all’interno delle Rianimazioni». 

I cani coinvolti

Il progetto vede la AslTO3 collaborare con l’Associazione Aslan, che ha anche indirettamente fornito i fondi per la sua realizzazione, grazie alla donazione di una socia, Laura Cedro, morta nel novembre 2022. Si prevedono, come detto, 40 incontri da 45 minuti l’uno nell’arco di 12 mesi. Gli incontri saranno guidati da personale specializzato dell’Associazione Aslan stessa. Due i cani coinvolti: Noah, di dieci anni, e Cecilia, di quattro, entrambi golden retriever, sottoposti a periodici e accurati controlli da parte di medici veterinari.

Spiega Franca Dall’Occo, Direttore Generale dell’AslTo3: «l’umanizzazione delle cure è un impegno costante per la nostra Azienda che portiamo avanti quotidianamente, impegnandoci per migliorare sempre la qualità dei servizi e il dialogo con i cittadini, per interpretare al meglio le esigenze di tutti. La Pet Therapy è il segnale di un’attenzione in più, in situazioni particolarmente critiche, come sono sempre i casi seguiti dalla rianimazione». Attendiamo di avere i primi dati sui risultati del progetto.