Un giovane di 23 anni di Macerata, trattato in emergenza per emorragia fulminante nella sua città natale e successivamente ad Ancona, è stato stabilizzato e trasferito d’urgenza a Roma, presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea (parte integrante del SSR Lazio e sede della facoltà di Medicina e Psicologia di Sapienza Università di Roma).
Qui è stato subito operato dall’équipe di Chirurgia toracica diretta da Erino Angelo Rendina, con la collaborazione di anestesisti, cardiochirurghi, cardiologi e chirurghi generali. Il paziente si è visto salvare la vita da un intervento (durato 5 ore e mezza) mai realizzato prima al mondo; subito dopo è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva in condizioni stabili e, trascorse 48 ore, in Chirurgia Toracica (dove si è velocemente ristabilito). Dopo 13 giorni di degenza, il ventitreenne ha potuto fare ritorno a casa.
«Assolutamente innovativo e mai eseguito prima», come è stato evidenziato dalla stessa Azienda, l’intervento ha preso il via con l’asportazione di parte della trachea e dell’intera arteria anonima ed è terminato con la ricostruzione della trachea e la sostituzione della arteria anonima (ovvero il maggior ramo arterioso che parte dall’aorta) con un condotto biologico. Tutti gli esami postoperatori sul paziente hanno attestato il perfetto esito delle ricostruzioni.
La rettrice dell’Università La Sapienza di Roma, Antonella Polimeni, ha parlato di un’operazione «resa possibile anche grazie al dialogo continuo e fecondo tra l’attività clinica e la ricerca medica e biomedica tra équipe e strutture diverse». Concludendo così: «Questo intervento dimostra che l’interdisciplinarietà consente risultati sempre più avanzati».
L’operazione di ricostruzione della trachea e dell’arteria anonima segue di pochi mesi l’intervento, altrettanto delicato, di ricostruzione dell’arco aortico eseguito lo scorso aprile presso la Chirurgia toracica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea.
A seguito di una scrupolosa valutazione multidisciplinare e studio preoperatorio, la paziente (una cinquantottenne) è stata sottoposta a un complesso trattamento chirurgico che ha permesso una perfetta e completa asportazione del tumore polmonare sinistro che occupava l’arco aortico, con successiva sostituzione parziale del vaso mediante una protesi sintetica.
Tutto ciò senza fare ricorso all’arresto del muscolo cardiaco, ma in assistenza di circolo a cuore battente. Un intervento altamente innovativo, considerando che nel mondo le neoplasie polmonari infiltranti l’aorta vengono di prassi ritenute non suscettibili di trattamento chirurgico.