Affrontare le sfide future perseguendo gli obiettivi one health

“Planetary Health e AMR. Verso una nuova strategia per affrontare le sfide di salute globale” è il titolo dell’evento organizzato a Roma da The European House – Ambrosetti con il contributo non condizionante di Pfizer e bioMérieux e finalizzato a delineare strategie che preparino l’Italia ad affrontare la sfida dell’antibiotico resistenza (AMR) e di possibili nuove pandemie.

«Il nostro Paese», ricorda Daniela Bianco, partner e responsabile della Divisione Healthcare di The European House-Ambrosetti, «continua a detenere il primato, tra i Paesi OCSE di decessi, DALYs e costi associati all’antimicrobico-resistenza».
Il primo passo per migliorare questa situazione è dare concreta attuazione alla strategia one health, già indicata dall’OMS. Questo, tra gli altri, il pensiero espresso dal ministro della Salute Orazio Schillaci, che sottolinea come la salute umana sia sempre più collegata a quella animale, vegetale e degli ecosistemi nel loro complesso.
Lo conferma uno studio del CNR, che individua una relazione tra inquinamento ambientale e incidenza di alcune forme tumorali.

Tornando all’AMR, il Ministero della Salute vede nel Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 uno strumento per perseguire il concetto one health e la via è già tracciata dai 17 obiettivi dell’agenda 2030.

Ha aggiunto Stathis Chorianopoulos, vicepresidente dell’Adriatic Cluster di bioMérieux: «la lente degli SDGs può aiutarci a mettere a fuoco anche gli ambiti d’azione prioritari per il raggiungimento della salute planetaria, evidenziando le profonde interconnessioni tra la salute e una molteplicità di altri settori.
Nel caso dell’AMR una riduzione dei livelli di resistenza antimicrobica attraverso l’attuazione di programmi di diagnostic stewardship, la promozione di politiche di immunizzazione, l’accesso a test e terapie innovative potrebbe contribuire al raggiungimento di diversi SDGs.

Agire in ottica intersettoriale significa generare impatti anche sulla sicurezza della produzione alimentare, sulla crescita economica connessa alle esportazioni, sul contenimento dei prezzi dei beni primari e sulla tutela dell’ambiente».

L’evento ha sottolineato l’importanza del settore life science in questo frangente e le imprese possono partecipare attivamente al cambiamento, una scelta che in gran parte dei casi risulta premiante anche a livello di performance economica e di mercato.

Ha concluso Paivi Kerkola, country president di Pfizer Italia: «il settore life science rappresenta un motore fondamentale di innovazione e crescita sostenibile, contribuendo alla gestione delle sfide sanitarie attraverso investimenti continui in ricerca e innovazione, orientati alla progettazione e allo sviluppo di soluzioni disruptive.

Il raggiungimento dell’obiettivo più alto – assicurare una vita sana e una buona salute a tutte le età – passa necessariamente da un accesso tempestivo ed equo alle soluzioni terapeutiche, ma anche dal perseguimento di altri risultati, come l’adozione di modelli produttivi sostenibili, basati su condizioni di lavoro dignitose e rispettosi dell’ambiente.

Per accelerare nella direzione di una salute sostenibile dei cittadini e del Pianeta, è indispensabile fare sistema, promuovendo le occasioni di collaborazione tra pubblico e privato, in linea con l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 17, vale a dire la “Partnership per gli obiettivi”, ossia il rafforzamento delle modalità di attuazione e il rilancio del partenariato globale per lo sviluppo sostenibile».

Stefania Somaré