AIDS, una situazione da non sottovalutare

(foto di Darwin Laganzon da Pixabay)

Diminuiscono i contagi, ma aumenta il problema della cronicizzazione delle comorbilità associate alla patologia, la minor percezione del rischio d’infezione da parte della popolazione e le conseguenti diagnosi tardive.
Una situazione di allerta che richiede un maggior impegno istituzionale sul fronte della prevenzione, comunicazione e maggiore assistenza sanitaria sul territorio. L’esempio della Regione Toscana, che ha istituito la Commissione Regionale AIDS.

A 40 anni dai primi casi in Italia, la lotta all’AIDS, malattia che ha causato solo in Italia dal 1982 al 2019 oltre 46.000 morti a fronte di oltre 72.000 contagi, non si è ancora conclusa. Nonostante gli importanti successi terapeutici registrati in questi anni, che hanno drasticamente migliorato le aspettative di vita di chi ha contratto la malattia (sebbene non si possa ancora parlare di una terapia risolutiva) la malattia assume nuovi e preoccupanti connotati.

Questo in termini: di cronicità, per la cura delle comorbilità associate alla patologia che richiede un approccio sempre più multidisciplinare; di timori di un’inversione di tendenza e di una nuova esplosione di una pandemia “silente” di cui oggi la popolazione è tornata a ignorare i rischi di contagio, alimentando il fenomeno delle diagnosi tardive e del conseguente quadro immunologico maggiormente compromesso dei pazienti che rende più difficile la stabilizzazione della malattia.

I dati ARS Toscana

Che la situazione HIV/AIDS desti più di una preoccupazione lo sottolineano i dati nazionali a cui fa eco il Rapporto ARS Toscana 2022 sulla sorveglianza epidemiologica delle malattie infettive in questa Regione.
La Toscana è oggi tra le regioni a più alta incidenza di nuovi contagi, 4.0 su 100.000 abitanti nel 2021 (era 4,2 ogni 100.000 abitanti nel 2020), contro la media nazionale di 3.0 ogni 100.000 abitanti sempre nel 2021.

Sebbene il Rapporto evidenzi una significativa riduzione delle nuove diagnosi nel periodo 2020-2021, – ma erano i tempi della pandemia e il dato potrebbe essere viziato da una condizione di sottodiagnosi e/o di sottonotifica – preoccupano i contagi tra i giovani nella fascia tra i 25 e i 29 anni dove l’incidenza schizza a 14,0 infezioni ogni 100.000 abitanti, la bassa percezione del rischio tra la popolazione – solo il 29,6% dei pazienti effettua spontaneamente il test consapevole della possibilità di contrarre l’infezione – che determina l’incremento significativo del numero di diagnosi tardive.

In Toscana, il 62,2% è Late Presenter si presenta cioè alla prima diagnosi di sieropositività con un quadro immunologico già compromesso (numero di Cd4< 350 cell/ μL), o con una patologia indicativa di AIDS.

Istituita la Commissione Regionale AIDS della Toscana

Uno scenario dai potenziali contorni drammatici, una bomba a orologeria che dovrà essere necessariamente disinnescata attraverso una forte presa di posizione da parte delle istituzioni regionali in termini di prevenzione e di comunicazione, in termini di governance con nuovi modelli assitenziali più incentrati sul territorio, ma anche attraverso una virtuosa sinergia tra le figure sanitarie coinvolte nei percorsi assistenziali, clinico e farmacista, in particolare.

Questi ultimi dovranno garantire adeguatezza terapeutica – minimi effetti collaterali e interazione con altre sostanze della cura – e aderenza terapeutica – quindi corretta assunzione dei farmaci – al fine di contribuire a ridurre le ospedalizzazioni e gli accessi ai Pronto Soccorso, importanti voci di spesa nella cura contro l’AIDS, insieme alle cure farmacologiche, agli accertamenti diagnostici, a visite e follow-up.

In questa direzione s’innesta l’Istituzione della Commissione Regionale AIDS della Toscana con DGR 740/2022, una delibera attesa in una regione che si è sempre dimostrata in prima linea nella lotta contro HIV/AIDS avendo istituito già nel 1985 il Registro Regionale AIDS e recependo nel 2017 il Piano nazionale di interventi contro HIV/AIDS avendo istituito già nel 1985 il Registro Regionale AIDS e recependo nel 2017 il Piano nazionale di interventi contro HIV e AIDS (PNAIDS).

In ambito preventivo la Commissione si occuperà: di valutazione del monitoraggio virologico ed epidemiologico, individuazione di idonee misure di profilassi, proposizione e definizione di programmi di informazione e formazione, indicazione sui messaggi prioritari oggetto di eventuali campagne regionali.

Dal punto di vista clinico, invece, fornirà proposte operative per il miglioramento qualitativo dell’assistenza erogata dalla regione alle persone affette da HIV, di individuazione dei percorsi assistenziali, di ottimizzazione delle risorse e valutazione di eventuali progetti regionali di formazione professionale diretti al personale medico e infermieristico del Servizio sanitario regionale. Infine, sul versante terapeutico, verificherà l’ottimale utilizzazione dei farmaci.

Roberto Tognella