Il dispositivo miniaturizzato (14 mm di diametro) è impiantato in un ramo dell’arteria polmonare del paziente, che si trova a 1000 km di distanza dall’Ospedale Niguarda di Milano, dove i cardiologi tengono sotto controllo ogni giorno i valori di pressione polmonare del 42enne calabrese. Il dispositivo si aggancia alle reti wi-fi circostanti o alla connessione dello smartphone e trasmettere i dati necessari per il telemonitoraggio.
«Il paziente è in cura a Niguarda dalla fine del 2021 per una cardiomiopatia dilatativa ed è stato messo in lista per trapianto cardiaco. Non se ne parla molto, ma questa condizione, lo scompenso cardiaco, interessa piĂą di 1,2 milioni di italiani e ogni anno porta a 200.000 ricoveri in tutto il Paese», spiega Andrea Garascia, direttore del reparto di Cardiologia 2 – Insufficienza cardiaca e trapianti. «Un monitoraggio continuo e attento dei pazienti è la strada migliore per giocare d’anticipo ed evitare la fase acuta che porta a repentini peggioramenti con conseguenti accessi al Pronto Soccorso e ricoveri.
Per questo motivo vista anche l’area di residenza del paziente il monitoraggio a distanza della pressione polmonare ci è sembrata la soluzione migliore per tenere sotto controllo la situazione con continuità . Eventuali anomalie registrate ci consentono di aggiustare il piano terapeutico, con l’obiettivo di tenere sotto controllo lo scompenso cardiaco e arrivare nelle migliori condizioni al trapianto di cuore».
Il dispositivo grazie alle dimensioni contenute è stato impiantato con una procedura mininvasiva, veloce e condotta in anestesia locale.
«Una piccola puntura a livello della vena femorale ci ha permesso di raggiungere l’arteria polmonare, dove il dispositivo viene rilasciato in un piccolo ramo terminale e si aggancia stabilmente come micro-rilevatore della pressione polmonare. Il tutto si è completato in 30-45 minuti e con il dispositivo in sede viene subito testata la funzionalità e la capacità di trasmissione dati».