Allergologia a rischio per carenza di rimborsi adeguati

Secondo dati di EpiCentro, il portale di epidemiologia dell’Istituto Superiore di SanitĂ  rivolto agli operatori del SSN, in Italia circa il 15-20% della popolazione soffre di allergie respiratorie, patologia in crescita costante, soprattutto tra donne e bambini.
A livello europeo si registrano 20 milioni di asmatici, mentre nel mondo si arriverebbe a 300 milioni, 1 ogni 20 persone.

Questi dati si riferiscono solo alle allergie respiratorie che determinano asma. A questi vanno quindi aggiunti i soggetti con allergie alimentari che, secondo i dati più recenti, sarebbero il 6-10% dei bambini e il 5% degli adulti, allergie verso insetti, in particolare api, vespe e calabroni, per le quali la prevalenza europea è compresa tra 0,3% e 8,9% negli adulti, considerando la popolazione generale, e ai farmaci, la forma che più si associa ad anafilassi e rischio di morte.

Ogni forma allergica va diagnostica il prima possibile e il soggetto dovrĂ  prestare attenzione a non entrare in contatto con l’antigene o, in caso, a intervenire prontamente.
In Italia, però, in questo periodo è difficile accedere a una visita allergologica e agli esami diagnostici.

Su questa criticitĂ  ha richiamato l’attenzione l’Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (AAIITO), segnalando un problema di congruitĂ  delle tariffe proposte.
Secondo AAIITO queste ultime sono troppo basse e rischiano di ridursi ulteriormente a causa della contrazione della spesa sanitaria prevista per i prossimi anni.
La nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF), approvata di recente, indica un passaggio dal 6,6% del PIL per il 2023 per la spesa sanitaria al 6% per il 2025.

Riccardo Asero, past president AAIITO, ha sottolineato:«nonostante la pubblicazione del nuovo Nomenclatore della specialistica ambulatoriale, costituito da 2.108 prestazioni contro le 1.702 della versione del 1996, introduca elementi di forte innovazione, restiamo ancora senza un decreto definitivo a causa del mancato accordo sulle relative tariffe nella Conferenza Stato-Regioni, indispensabile per la sua concreta applicazione e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

AAIITO ha cercato di contribuire alla revisione partecipando ai tavoli istituzionali e interloquendo con il Ministero della Salute, ottenendo il riconoscimento del ruolo dell’allergologo come soggetto prescrittore di indagini di alta specializzazione e come responsabile unico del processo assistenziale in caso di allergie a imenotteri, farmaci o alimenti». Gli ultimi step, però, devono essere ancora colmati.

«Esiste dunque il rischio che, in tale quadro, le aziende produttrici di diagnostici non forniscano piĂą i loro prodotti all’erogatore pubblico e li mettano a disposizione solo dei privati a un prezzo piĂą congruo. Un problema identico riguarda gli specialisti ambulatoriali direttamente impegnati nella cura dei pazienti.

Se infatti consideriamo che le tariffe proposte per una prima visita specialistica o una visita di controllo ammontano, rispettivamente, a circa 23 euro e 18 euro, non desta meraviglia che, alla luce anche dei notevoli e spesso intollerabili carichi di lavoro dovuti alla carenza di personale medico e alle estenuanti procedure burocratiche-amministrative per l’erogazione di farmaci, si verifichi la fuga degli specialisti dalle strutture SSN e il loro approdo al privato», sottolinea Battista Roberto Polillo, allergologo membro del consiglio direttivo AAIITO.

Uno spostamento verso la sanitĂ  privata di queste prestazioni potrebbe rendere difficile l’accesso alle cure ai pazienti allergici, aumentando il tasso di morte associato. Si ricorda che per i LEA, l’allergologo è il solo responsabile della prescrizione di indagini ad alta specializzazione e unica figura che possa decidere il processo assistenziale in caso di allergie a imenotteri, farmaci o alimenti.

Stefania Somaré