Le procedure di angioplastica con impianto di stent sono più efficaci se guidate dalla tecnologia OCT (tomografia a coerenza ottica) anziché dalla sola coronarografia; è quanto intende dimostrare lo studio clinico internazionale Ilumien IV, di cui il Centro Cardiologico Monzino è centro reclutatore numero uno in Europa.

Il Centro Cardiologico Monzino è primo in Europa e secondo nel mondo nel reclutamento dei pazienti dello studio internazionale Ilumien IV, che si propone di dimostrare in modo definitivo che le procedure di angioplastica più complesse, quelle che costituiscono l’alternativa al by-pass coronarico, sono più efficaci se guidate dalla tecnologia OCT (tomografia a coerenza ottica).

Franco Fabbiocchi
«I risultati di Ilumien IV chiariranno in modo definitivo se l’impiego sistematico dell’imaging intracoronarico per ottimizzare le procedure di angioplastica migliori i risultati acuti e a distanza, riducendo gli eventi avversi quali morte e infarto e la necessità di nuove rivascolarizzazioni nel corso degli anni», dichiara Franco Fabbiocchi, responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia Interventistica IV del Monzino che, con 145 pazienti, è la top-recruter europea dello studio.

Ilumien IV ha arruolato in totale 2400 pazienti negli Stati Uniti, in Europa ed in Asia nel periodo maggio 2018-gennaio 2021 ed è il più ampio studio clinico randomizzato mai realizzato nell’area dell’imaging intracoronarico.

I presupposti si basano sui precedenti tre studi Ilumien, tutti promossi da Abbott Vascular, che hanno già dimostrato come le procedure di angioplastica effettuate sotto guida OCT consentano l’ottenimento di dimensioni dello stent sensibilmente più grandi rispetto agli impianti effettuati con la guida della sola angiografia (Optical coherence tomography compared with intravascular ultrasound and with angiography to guide coronary stent implantation (Ilumien III: Optimize PCI): a randomised controlled trial. Lancet. 2016 Nov 26;388(10060):2618-2628).

L’obiettivo di Ilumien IV è quello di dimostrare che all’utilizzo di OCT si associ una sensibile riduzione degli eventi avversi acuti e a due anni dalla procedura, incidendo in modo significativo sulla sicurezza e sull’efficacia dell’impianto degli stent, soprattutto nei pazienti e nei quadri coronarici più complessi.

L’OCT si basa su un principio di funzionamento simile a quello dell’ecografia intravascolare. A differenza di quest’ultima, però, sfrutta la riflessione di onde luminose da parte delle diverse strutture biologiche invece che la riflessione delle onde acustiche.

Software molto avanzati permettono in tempo reale la ricostruzione longitudinale e tridimensionale di lunghi tratti delle coronarie.

L’OTC risulta dunque la metodica migliore per studiare in vivo le coronarie dal loro interno, con una definizione che è quasi a livello istologico. In particolare, la definizione dell’interfaccia fra parete vasale e sangue e tra parte vasale e stent permette una corretta definizione delle dimensioni reali dell’arteria e pertanto una scelta più precisa delle dimensioni dei dispositivi da impiantare.

Presenza di trombi, dissezioni, insufficiente espansione dello stent sono facilmente rilevati e corretti tramite l’esecuzione di una scansione OCT.

Queste informazioni, che la coronarografia fornisce solo parzialmente permettono di eseguire angioplastiche di precisione ottimizzando l’utilizzo degli stent che possono essere impiantati correttamente e solo nei tratti di arteria in cui la patologia di parete li rende necessari.

«Al Monzino la tecnologia OTC è stata introdotta da più di dieci anni incrementando progressivamente il suo utilizzo. Attualmente tutte le sale di emodinamica hanno macchine OCT dedicate», conclude Fabbiocchi, «che ci consentono l’utilizzo di questa metodica complessivamente nel 15% delle angioplastiche coronariche, con punte del 60% nella mia Unità».

Stefania Somaré