Antibiotico resistenza, vent’anni di ricerca in uno studio

Quello dell’antibiotico resistenza non è un problema recente ma si è aggravato negli anni. L’agenda politica ha iniziato tardi a porla tra le priorità di ricerca e ad aumentare i finanziamenti volti all’individuazione di nuove molecole attive e di strategie di contenimento di quella che viene considerata una delle più grandi sfide della medicina.

Uno studio olandese ha riassunto in un documento gli andamenti storici di queste ricerche: si parla di 158,616 pubblicazioni provenienti da 166 Paesi prodotte tra 1999 e 2018.
Negli ultimi vent’anni questo filone di ricerca è cresciuto del 450%, il che testimonia il crescente interesse verso il tema: solo nel 2018 gli studi sull’antibiotico resistenza sono stati 14,547.

Gli autori si sono focalizzati soprattutto nella ricerca dei topic presenti in questi studi, indice di quali siano stati nel tempo le tendenze più seguite. In tutto ne hanno individuati 88, sottolineando anche le differenze intercorse nei 20 anni considerati: se nel 1999 le tematiche più studiate erano strategie per resistenze e malattie emergenti, ma anche sintesi di nuovi composti e i test MIC, nel 2018 resta solo la prima, affiancata invece da nanoparticelle e stewardship. Importanti iniziano inoltre a diventare temi che prevedono di studiare il problema in modo più olistico, quasi a 360°, come acqua e ambiente, oltre al tema del sequenziamento.

Che dire invece della distribuzione geografica di questi studi? Storicamente, e ancora oggi, gli Stati Uniti sono i principali produttori di letteratura in questo senso, ma negli ultimi anni sono seguiti a breve giro da due nuove realtà, Cina e India.

Lo stesso avviene anche per altre tematiche di ricerca: man mano che si sono sviluppate e sono cresciute, le due potenze orientali hanno iniziato anche a investire in ricerca di alto livello. Esistono invece tematiche trattate solo in alcune aree del globo: un esempio per tutti, la tubercolosi multiresistente, tipicamente studiato nei Paesi africani, dove questa antibiotico resistenza sta creando situazioni di grande difficoltà.

Realizzato dalla collaborazione del Dipartimento di Microbiologia e Prevenzione delle Infezioni del Centro Medico Universitario di Groningen, affiliato all’omonima università, con il Dipartimento di Psicologia, Salute e Tecnologia del Centre for eHealth and Wellbeing Research e con il Dipartimento di Scienze di Osservazione della Terra della University of Twente, lo studio è estremamente interessante a approfondito, permettendo a chi lo desiderasse di andare nel dettaglio dei topic più studiati al momento. Gli autori hanno infatti voluto offrire ai colleghi un’analisi olistica della situazione, utile anche per decidere come orientare la ricerca futura sulle antibiotico resistenze.

(Lo studio: Christian F. Luz, J. Magnus van Niekerk, Julia Keizer, Nienke Beerlage-de Jong, L.M. Annemarie Braakman-Jansen, Alfred Stein, Bhanu Sinha, J.E.W.C. van Gemert-Pijnen, Corinna Glasner. Mapping twenty years of antimicrobial resistance research trends. Artificial Intelligence in Medicine, Volume 123, 2022, 102216, ISSN 0933-3657. Doi: https://doi.org/10.1016/j.artmed.2021.102216)

Stefania Somaré