Anziani fragili, équipe norvegese propone nuovo metodo di valutazione

Una popolazione con l’età media sempre più alta è anche una popolazione sempre più fragile. La maggior parte degli anziani soffre di varie patologie e assume un gran numero di farmaci, oltre a essere delicati dal punto di vista osseo e cartilagineo.
Occorre quindi individuare metodi innovativi di medicina integrata per valutare gli anziani nel loro complesso e ideare percorsi ad hoc per seguirli nel loro percorso di salute, eventualmente anche da remoto.

In Norvegia è stato sviluppato un programma apposito, chiamato “Holistic Continuity of Patient Care” (HCPC) il cui obiettivo è valutare l’anziano che riceve un servizio di cura domiciliare municipale o vive in una nursing home per un breve periodo, nella sua complessità, per rispondere alla multimorbidità con un piano di cura integrato basato su gruppi di apprendimento.

Il metodo si ispira al metodo statunitense “Breakthrough Series” e differisce da quello standard in tre aspetti: la valutazione alla base del percorso e al follow-up a sei settimane; la riabilitazione quotidiana, basata su obiettivi scelti dal paziente stesso; il coinvolgimento precoce del medico di base.

In breve, il programma si propone di spostare l’attenzione da “qual è il problema” a “cosa è più importante per te”, di migliorare la collaborazione tra comuni e ospedali e, infine, istituire dei follow-up basati su misure standardizzate. Ogni paziente viene seguito da un coordinatore, una nuova figura professionale appositamente creata: un infermiere o un assistente sociale. Dopo un primo periodo di utilizzo, ora il programma deve essere valutato per capire se è davvero adeguato alle esigenze della popolazione anziana o se necessita di miglioramenti. Ma non solo: dato il suo costo, occorre essere certi che il programma funzioni meglio di quello tradizionale. Per rispondere a queste domande una équipe norvegese, afferente a diversi Istituti, ha sottoposto il programma a una analisi decisionale basata su criteri multipli: un programma complesso non può che essere valutato in modo complesso.

Gli autori hanno quindi preso in considerazione due gruppi di anziani: uno trattato nel modo tradizionale e l’altro con il metodo HCPC. Gli anziani dei due gruppi sono stati sottoposti a questionari all’avvio del percorso e dopo sei settimane: il confronto tra le risposte ha permesso si evidenziare una generale preferenza per il programma HCPC che permetterebbe di recuperare la voglia di vivere, darebbe benessere psicologico e favorirebbe le relazioni sociali e la partecipazione.
Gli autori hanno verificato la robustezza di questo risultato e sottolineano che i campioni sono stati costruiti prendendo anziani da 16 diverse municipalità, così da rendere lo studio e i suoi risultati estendibili a tutto il territorio nazionale. Come sempre, ci vorranno altri studi per confermare la bontà del nuovo programma, ma questo è certamente un punto a favore.

(Lo studio: Islam, M.K., Ruths, S., Jansen, K. et al. Evaluating an integrated care pathway for frail elderly patients in Norway using multi-criteria decision analysis. BMC Health Serv Res 21, 884 (2021). https://doi.org/10.1186/s12913-021-06805-6)

Stefania Somaré