Artroplastica di ginocchio, confronto tra regime ospedaliero e ambulatoriale

Negli anni le esperienze di chirurgia protesica di ginocchio svolte in regime ambulatoriale sono aumentate in tutto il mondo, in virtù della possibilità di ridurre sia la permanenza del paziente in ospedale sia i costi di gestione associati all’intervento.
In Florida, per esempio, da quando nel 2018 il Center for Medicaid and Medicare Services ha permesso il rimborso anche di procedure ambulatoriali, si è osservato un aumento di questi interventi (+15% in un anno), mentre il numero di casi di artroplastica totale di ginocchio ambulatoriale assicurati privatamente è duplicato, raggiungendo il 25% del totale.
Il processo è stato successivamente rinforzato dalla pandemia da Covid-19, che ha ridotto drasticamente la possibilità di effettuare questo tipo di intervento in regime di ricovero.

Più di recente, un team di ricerca ha condotto e pubblicato uno studio proprio per valutare come il setting operatorio, nello specifico ospedaliero o ambulatoriale, influenzi costi e outcome nell’immediato postoperatorio.
Lo studio, di carattere retrospettivo, ha considerato solo gli interventi effettuati con protesi Attune Knee System, per standardizzare al massimo i risultati ottenuti e ha fatto riferimento al database nazionale PREMIER Healthcare, dai quali sono stati estratti i dati di 9.365 paziente operati in regime ambulatoriale e 39.337 in regime di ricovero.

Tutte le analisi effettuate per confrontare le caratteristiche delle due coorti hanno evidenziato una discreta omogeneità dei campioni.
Gli outcome presi in considerazione sono i costi a 90 giorni dall’intervento, in termini di costi ospedalieri e conti non pagati.
Gli autori hanno osservato anche i costi dettati da effetti collaterali e riammissioni, o secondi interventi entro i 90 giorni.

Le analisi hanno messo in evidenza una spesa media per gli interventi ambulatoriali di 14.874 dollari, mentre un intervento condotto in ospedale costa mediamente 17.170 dollari. La differenza tra i due setting operatori, quindi, si aggira intorno ai 2.295.
Che dire, invece, dei 90 giorni successivi? In questo caso, gli autori hanno calcolato una differenza media di 2.540 dollari per i costi associati al ginocchio e di 2.679 dollari per quelli associati ad altre cause. Sempre in favore di un setting ambulatoriale.

Un’analisi più approfondita ha messo in evidenza quali sono i fattori che portano all’incremento dei costi.
Più nel dettaglio, gli ospedali con meno di 200 letti hanno costi più elevati per intervento rispetto a quelli con più di 500 letti, con un incremento del 6% se davvero piccoli (0-99 letti) e del 10% se un po’ più grandi (100-199). Un altro fatto che sembra incidere sui costi è l’appartenenza all’etnia nera.

Gli autori evidenziano poi costi maggiori in alcune aree degli Stati Uniti, in particolare nelle Regioni del Pacifico (+37%) e dell’Atlantico Meridionale (+35%), rispetto a quelle dell’Est, del Nord e del Centro del Paese.
Tutti fattori che contano anche se si considerano solo i costi correlati al ginocchio… tranne l’etnia che, in questo caso, sembra non avere alcun peso.
Gli ospedali piccoli, rurali e distribuiti nell’Est, Nord e Centro degli Stati Uniti, invece, sono quelli che portano a maggiori riammissioni ospedaliere a 90 giorni.

Dal punto di vista clinico, invece, gli outcome sono simili tra i due setting, anche in termini di complicanze e riammissioni ospedaliere.

(Lo studio: Mantel, J., Ruppenkamp, J.W., Cantu, M. et al. Total knee arthroplasty in the outpatient vs inpatient settings: impact of site of care on early postoperative economic and clinical outcomes. J Orthop Surg Res 18, 273 (2023). https://doi.org/10.1186/s13018-023-03750-4)