A breve compirà un anno il Progetto Telecuore, nato dalla collaborazione tra l’Azienda Usl di Piacenza e Novartis, che prevede il costante collegamento dei pazienti con scompenso cardiaco con la Cardiologia dell’Ausl, grazie a una piattaforma di telemonitoraggio e a un’app. Obiettivo, ridurre i ricoveri ospedalieri.
Il progetto è senza dubbio piaciuto alla maggioranza dei pazienti coinvolti, in tutto 250, l’80% dei quali lo considera un supporto per ricordarsi di registrare i parametri clinici e strumentali necessari a infermieri e medici, mentre il 70% riconosce un netto miglioramento nella propria qualità di vita. Grazie alla tecnologia sono state rese domiciliari anche molte fasi di controllo e gestione della terapia, riducendo la necessità di recarsi in ospedale, aspetto molto gradito ai pazienti. Lo strumento è stato, inoltre, trovato semplice da utilizzare.
Soddisfatto anche il personale sanitario coinvolto, che ha visto migliorare l’efficacia e il tempo delle visite di controllo, che possono essere meglio preparate avendo a disposizione dati oggettivi e regolari. Infine, anche i sanitari sottolineano come il rapporto più stretto con i pazienti li aiuti a tenere stili di vita più sani.
I pilastri alla base del progetto
Come accennato, il progetto si avvale da una parte di una piattaforma di telemonitoraggio che consente di tenere sotto controllo 7 parametri vitali (pressione arteriosa, ossimetria, elettrocardiogramma, temperatura, frequenza cardiaca e peso) e di un’app, scaricabile sullo smartphone del paziente, che consente di inviare i dati all’ambulatorio dedicato di cardiologia.
L’azienda ha messo a disposizione del progetto il personale dedicato che monitora i dati inviati e contatta telefonicamente i pazienti per valutarne lo stato di salute, monitorarne la terapia seguita e per invitarli a recarsi in ambulatorio per una visita in presenza o per organizzare una televisita.
Il direttore generale dell’Ausl di Piacenza, Paola Bardasi, sottolinea che «questa esperienza pilota dimostra che si può agevolare la gestione e l’empowerment del paziente. Fondamentale è il lavoro di équipe, con il coinvolgimento delle varie figure professionali, come il case manager e il tecnico, che si affiancano al medico cardiologo per la corretta gestione degli alert, l’educazione della persona all’utilizzo del device, all’aderenza alla terapia e corretti stili di vita.
La letteratura dimostra che il telemonitoraggio permette di ridurre del 29% le ospedalizzazioni correlate all’insufficienza cardiaca: è attualmente in corso un’analisi analoga anche per i pazienti di TeleCuore per quantificare gli effetti positivi del progetto».
Il ruolo della medicina generale
Volendo rappresentare un progetto ponte tra le cure ospedaliere e quelle territoriali, Telecuore ha già ingaggiato anche 14 medici di medicina generale che hanno seguito un corso apposito per imparare ad accedere alla piattaforma e consultare i parametri che qui arrivano dai propri assistiti. In questo modo restano sempre aggiornati sul loro stato di salute e possono essere più proattivi al momento delle visite. Questo modello può essere facilmente applicato anche ad altre cronicità, e dato che la gestione delle cronicità è una delle sfide oggi più impellenti per la medicina, è un ottimo segno che sia funzionale.
Non è un caso che il progetto abbia riscosso interesse a livello nazionale, come dimostra il premio vinto dalla Ausl di Piacenta, il Lean Healthcare Award 2023.