Baby case e complicanze in sala parto

Dal peso di ginecologia e ostetricia per il medico legale alla ginecologia e medicina legale a confronto e a come si qualifica un baby case (con una premessa fondamentale: l’ambito ostetrico-ginecologico è di particolare rilevanza per la medicina legale, per il numero dei casi e per il loro peso risarcitorio).

Sono stati gli argomenti al centro del convegno “Contributo della medicina alla valutazione del baby case. Responsabilità e risarcimenti per la tutela degli attori coinvolti”, che si è svolto alla Camera dei deputati. Evento di studio per giuristi e medici legali, accreditato presso l’Ordine degli Avvocati di Roma, l’incontro – con focus il tema delle complicanze e dei sinistri in sala parto – è stato organizzato da Istituto Medico Legale (IML).

Secondo il rapporto Baby Case Analysis, a cura di AmTrust Assicurazioni, annunciato nel 2022, tra il 2010 e il 2021 sono stati denunciati 1295 casi di incidenti in sala parto. Il campione concerne gli incidenti avvenuti all’interno di 175 ospedali pubblici e privati, assicurati da AmTrust Assicurazioni sul territorio nazionale.

In merito alle strutture di maggiore complessitĂ , Niccolò Maria Sposimo, medico legale di direzione di Istituto Medico Legale, ha riferito che Â«la maggioranza dei sinistri avviene nei policlinici universitari. Ciò per una ragione molto semplice: sono le strutture dove ci sono gli specialisti di piĂą alto livello; pertanto, dove giungono i casi piĂą complessi». E ancora, che Â«gli ospedali di primo livello, quindi quelli piĂą semplici come complessitĂ  assistenziale, hanno una sinistrositĂ  maggiore degli ospedali di secondo livello: 0,36 negli ospedali di secondo livello, 0,81 in quelli di primo, nonostante i secondi livelli eroghino servizi su casi di maggiore complessitĂ  del primo. Questo per il discorso precedente: l’esperienza dell’operatore fa oggettivamente tanto».

Quindi il dott. Sposimo si è concentrato sul tema dell’andamento del tempo. “Nel 2010, quando è stato istituito questo osservatorio, il centro Italia era l’area maggiormente critica, quella più interessata da sinistri. Nel 2021 è l’area più virtuosa, con meno sinistri: da 157 (anno 2015) a 57 sinistri (anno 2020).

In merito all’andamento statistico, su come sono andati i claims, dal 2010 è stata registrata una crescita progressiva al 2016 fino a una riduzione quasi ai livelli del 2010. Lo studio indica quindi che, negli ultimi anni, gli incidenti si sono ridotti: nel 2021 il rapporto è di 0,65 casi ogni 1000 nascite (“come medico non posso che auspicare un azzeramento dei baby case, che ovviamente non è possibile. Dunque, già osservare una riduzione fa piacere”, ha affermato ancora il medico legale).

Solo l’1,6% dei sinistri, però, si è chiuso, nel 2021, con un pagamento. L’indagine, per anno di notifica, registra nel 2021 il 12,7 di sinistri aperti e l’85,7 di denunce senza seguito. La lunga durata dei procedimenti rappresenta un elemento particolarmente rilevante: nel periodo tra il 2010 e il 2021, il 63% delle pratiche si sono chiuse entro tre anni e il 95% entro sette anni.

Tra gli interventi che sono seguiti c’è stato quello di Domenico Arduini, professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia Uniroma Tor Vergata, dal titolo “L’encefalopatia ipossico ischemica intrapartum: criteri di definizione”, nel corso del quale il professionista ha anche citato due sentenze statunitensi del secolo scorso (due casi emblematici della scienza nei processi).

Prima però, presentando i risultati di un lavoro di aprile 2023 – riassunto delle linee guida di 12 società scientifiche mondiali – il prof. Arduini ha tenuto a fissare alcuni punti focali, tra cui: la cardiotocografia (CTG) non predice né previene l’encefalopatia; l’ipossia intra partum è causa delle lesioni in una percentuale minima di casi (10%).

Non è possibile identificare né l’intervallo esatto di tempo dal momento in cui inizia la sofferenza al momento in cui si esprime né l’intervallo esatto di tempo prenatale durante il quale si è verificata, o è diventata irreversibile, la lesione fetale; la cardiotocografia ha una buona sensibilità ma scarsa specificità (e ha un tasso di falsi positivi del 99%).

E ancora, i parti operativi incrementano la morbidità materna e fetale, tant’è che sono in aumento le denunce per eccesso di trattamento.

CTG: prova attendibile solo perché ampiamente utilizzata? Partendo da questo interrogativo, il prof. Arduini ha parlato del metodo scientifico nel processo penale tra passato e presente, citando due emblematiche sentenze statunitensi – la sentenza Frye del 1923 (con cui veniva fissato il criterio dell’accettazione generale: la prova scientifica ammissibile deve risultare fissata alla generale accettazione da parte della comunità scientifica di riferimento) e la sentenza Daubert del 1993 (a partire da lì, l’ammissibilità della prova scientifica nel sistema americano viene valutata sulla base di quattro criteri: controllabilità empirica della teoria; sottoposizione della teoria a una revisione critica da parte degli esperti di settore – peer review e publication; percentuale di errore attribuito alla teoria; Widespread acceptance) – e indicando più elementi propri della questione.