Bimbi prematuri: una nuova tecnica per visionarne i polmoni

im InkubatorQuando un bambino nasce prematuro spesso ha i polmoni poco sviluppati e non riesce a ossigenarsi in modo sufficiente. Per valutare quanta aria entra nei polmoni di questi bambini si usano i raggi x, che possono essere ripetuti anche più volte: sappiamo però che l’esposizione ripetuta a questo tipo di radiazioni aumenta il rischio di sviluppare tumori. Ecco dunque che presso l’Università di Lund, in Svezia, la dottoressa Emilie Krite Svanberg, ricercatrice e anestetista, si è concentrata per la sua tesi di dottorato su un metodo alternativo ai raggi x, che consiste nell’utilizzare la luce per valutare la quantità di aria contenuta nei polmoni. In pratica i polmoni vengono illuminati con una determinata lunghezza d’onda (precisamente pari a 760.445 nanometri) e quindi si calcola la quantità di luce che viene restituita: da qui è possibile risalire alla quantità di ossigeno disponibile per il prematuro. Durante la ricerca la tecnica è stata usata con successo su bambini prematuri, dimostrando che il metodo funziona. Al momento, per poter utilizzare questa via, è necessaria la disponibilità di due persone: una che tiene la fonte di luce davanti ai petto del bambino e l’altra al computer.

«Il nostro intento è di rendere questo metodo più semplice», ha affermato Emilie Krite Svanberg, «ci piacerebbe trovare il modo di rendere la tecnica automatica tramite l’uso di piccole trasmittenti attaccate al petto del bambino. In questo modo potremmo misurare la quantità di aria nei polmoni in continuo». Per aiutare la ricercatrice e il suo team a sviluppare questa tecnica, l’Unione Europea ha contribuito con un premio. L’uso di luce alla giusta frequenza potrebbe aiutare anche a capire quanto l’aria nei polmoni è insufficiente ed è quindi necessario intervenire in altro modo. Il metodo è stato sviluppato dalla facoltà di medicina in collaborazione con quella di ingegneria.

Stefania Somaré