Biocontenimento a Pisa: progetto, cantiere e attività sanitaria 

Veduta aerea dell’Ospedale Santa Chiara a Pisa Cisanello, alla conclusione dei lavori in corso (credit: RPA, Studio Altieri, Proger, Manens)

Caratterizzati da soluzioni tecnologiche all’avanguardia, la nuova unità di Biocontenimento e il rinnovato reparto di Terapia Subintensiva hanno migliorato l’offerta dell’Ospedale Santa Chiara a Pisa Cisanello.

L’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana ha intrapreso importanti interventi per fronteggiare situazioni eccezionali di emergenza, recentemente completati. L’Unità di Biocontenimento d’Emergenza affianca il Pronto Soccorso con spazi per l’accoglienza e il trattamento di pazienti a rischio infettivologico, ma è indipendente dal punto di vista costruttivo, funzionale e impiantistico.

Il nuovo reparto di Terapia Subintensiva mette a disposizione 12 posti letto per pazienti infettivi e immunodepressi. Spazi e tecnologie presentano elevate caratteristiche di sicurezza, per l’erogazione di cure intensive a pazienti infetti o sospetti senza accedere al resto dell’ospedale.

Un contesto complesso

L’ing. Stefano Colombini è direttore dell’UO Progettazione ed è stato responsabile del procedimento: quali sono stati gli aspetti più sfidanti dei progetti realizzati?

«Abbiamo affrontato con successo numerose criticità a cominciare dall’intrinseca complessità degli interventi, per la natura dei lavori e per il contesto in cui sono stati realizzati. L’inserimento di questi cantieri in un ambiente densamente utilizzato, saturo di attività e caratterizzato da elevati flussi interferenziali di utenti, personale e fornitori, ha reso estremamente complicato anche solo definire lo spazio a disposizione del cantiere.

L’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana dispone di reparti all’avanguardia per il bio-contenimento (credit: CEFLA)

L’esecuzione dei lavori con produzione di rumori, polveri, vibrazioni, in zone adiacenti a locali utilizzati per l’attività sanitaria, ha comportato la messa in atto di articolate misure di mitigazione, fisiche e organizzative. A questi problemi intrinseci alla natura stessa dei lavori si sono aggiunte complessità più impegnative, riconducibili alla situazione generale del mercato dell’edilizia degli ultimi anni.

La pandemia ha infatti ridotto drasticamente la disponibilità di maestranze, mentre il meccanismo dei bonus fiscali ha alterato il mercato, provocando un consistente aumento dei prezzi di materiali e lavorazioni e rendendo praticamente introvabili alcuni prodotti indispensabili, per esempio i ponteggi. La guerra scoppiata nel 2022 ha comportato un’ulteriore escalation dei prezzi.

Le condizioni al contorno erano perciò tutt’altro che favorevoli. Siamo riusciti a gestire e a superare tutte le complessità grazie alla professionalità e alla tenacia dei colleghi coinvolti, dei professionisti esterni e delle imprese appaltatrici che – tutti quanti nessuno escluso – hanno letteralmente gettato il cuore oltre l’ostacolo. Questo impegno collettivo permette oggi all’AOUP di mettere a disposizione dei cittadini due reparti all’avanguardia e di assoluta importanza».

Progettare la manutenzione

Il per. ind. Marco Gnesi è energy manager e curato la direzione dei lavori della Terapia Subintensiva: quali soluzioni tecniche distinguono i nuovi reparti?

«In sede di progettazione esecutiva i progettisti di IN.TE.SO. Ingegneria hanno attivato un confronto sulle modalità di gestione delle caratteristiche prestazionali, soprattutto per l’impianto di climatizzazione/ventilazione con controllo dei gradienti di pressione ambientale ai fini del biocontenimento. È stato il caso, per esempio, delle soluzioni per garantire la perfetta sigillatura anche dei serramenti esistenti nei locali a gradiente di pressione differenziale.

La gestione di portate d’aria e di sistemi di filtrazione aggiuntivi ha comportato un’oculata gestione degli spazi, per garantire una costruzione accessibile, funzionale, energeticamente sostenibile e di facile manutenzione. Quest’ultima è apparsa subito di fondamentale importanza per entrambi i reparti. Allo scopo sono stati ridotti al minimo i componenti d’impianto nei locali a destinazione sanitaria (ambulatori e degenze), limitando anche i sezionamenti nei connettivi.

I filtri a canister sono fra i componenti impiantistici che necessitano di una facile manutenzione (credit: CEFLA)

Questi risultano accessibili dall’esterno, in modo che la manutenzione interferisca in meno possibile con l’attività sanitaria. Le modalità operative sono state accuratamente dettagliate nel piano di manutenzione, prevedendo ottimali condizioni di sicurezza per gli operatori tecnici.

In fase di costruzione, la notevole distanza (circa 70 m) fra il reparto di Terapia Subintensiva e le principali apparecchiature di nuova istallazione (gruppo frigorifero, unità trattamento aria, collettori di distribuzione) è stata fra gli aspetti gestionali più interferenti con l’attività sanitaria limitrofa, in orizzontale e in verticale. Il dialogo proattivo e costante con la compagine sanitaria ha contribuito successo dell’operazione».

Benefici tecnologici

La dott.ssa Letizia Bassoni è coordinatrice infermieristica dell’UO Medicina d’Urgenza di Pronto Soccorso: quali sono i benefici per l’attività ospedaliera dei progetti realizzati?

«Le camere subintensive a pressione modulabile offrono diversi benefici, in particolare per i pazienti che necessitano un monitoraggio intensivo ma non richiedono l’assistenza completa di un’unità di terapia intensiva. Possiamo monitorare i pazienti in modo continuo, identificando rapidamente cambiamenti nelle condizioni cliniche e permettendo interventi tempestivi.

Gli ambienti con pressione controllata possono contribuire a ridurre la diffusione dei patogeni, mantenendo un ambiente sterile e sicuro. La pressione modulabile aiuta anche a migliorare la ventilazione dei pazienti con problematiche respiratorie o cardiache. Tutti questi aspetti concorrono all’ottimizzazione nella gestione dei pazienti critici e pluripatologici, riducendo quando possibile la degenza e diminuendo anche lo stress per il paziente stesso.

Letizia Bassoni, Stefano Colombini e Marco Gnesi hanno partecipato al team dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana

Un altro elemento importante introdotto nell’interno nell’UO è stata l’installazione dell’impianto di videosorveglianza, che consente al personale infermieristico di monitorare costantemente lo stato dei pazienti anche a distanza; oltre alla visione immediata della situazione, possiamo rilevare tempestivamente eventuali pericoli come cadute o comportamenti anomali, riducendo quindi il rischio di incidenti per paziente e personale sanitario.

Grazie alle nuove tecnologie a disposizione, il nuovo reparto di Terapia Subintensiva è diventato un punto di riferimento importante per l’AOUP».

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