Biosensori in Neurologia

Il tessuto nervoso è certamente il più delicato del corpo umano e questa è la ragione principale per cui le patologie neurodegenerative sono tra le più difficili da guarire.

Così come le ferite ai nervi: sono una piccola percentuale di tutti i traumi che possono colpire l’essere umano, eppure reppresentano un problema per i sistemi sanitari del mondo intero, perché in molti casi anche le più avanzate terapie farmacologiche non riescono a incentivare una riparazione totale del nervo o, in ogni caso, hanno uno scarso impatto sulla clinica. Il che comporta disabilità motorie o sensoriali per i pazienti.

Di recente un gruppo di ricercatori statunitensi della Northwestern University di Evanston (Illinois) ha affrontato la questione con un approccio differente: ha analizzato gli effetti di una biostimolazione elettrica sulla rigenerazione dei nervi (Jahyun Koo, Matthew R. MacEwan, John A. Rogers. Wireless bioresorbable electronic system enables sustained nonpharmacological neuroregenerative therapy. Nature Medicine).

L’idea nasce dal fatto che, se in sede operatoria si effettua una biostimolazione nei pressi della lesione nervosa, si ottiene una rigenerazione maggiore. Il limite è che il soggetto deve essere sottoposto a un intervento chirurgico.

L’obiettivo del gruppo di lavoro era ideare uno strumento che ottenesse risultati simili ma senza intervenire chirurgicamente. La soluzione potrebbe venire da un dispositivo realizzato con circuiti elettrici e altri materiali biocompatibili e in grado di effettuare una stimolazione elettrica programmabile sui nervi periferici.

Il dispositivo produce una stimolazione per due settimane, finite le quali si frantuma in piccoli pezzi che vengono riassorbiti dal corpo. Una volta costruito il biostimolatore, il team lo ha testato su roditori con tessuto nervoso lesionato: i risultati sono positivi perché i topi curati con questo biostimolatore sono guariti meglio e prima di quelli del gruppo di controllo.

Ovviamente servono ulteriori studi per verificare l’uso del device e la sua efficacia su uomo. Gli effetti positivi della stimolazione elettrica sono dovuti alla sua capacità di indurre la produzione di proteine.

Stefania Somaré