Circa 8 su 1000 nuovi nati presentano una cardiopatia congenita; di questi, il 30-40% è sintomatico nella prima infanzia, mentre gli altri svilupperanno sintomi durante la crescita.
L’avanzamento diagnostico, clinico e tecnologico permette di salvare la maggior parte di questi bambini e di accompagnarli alla vita adulta, che però sarà caratterizzata da una cardiopatia congenita cronica.
A oggi il numero degli adulti con questa condizione è maggiore di quello dei bambini.
Nel 2010 la Società Europea di Cardiologia (ESC) aveva pubblicato le proprie linee guida per la cura di questi adulti: da allora sono state accumulate nuove evidenze, soprattutto sull’uso delle tecniche percutanee, e si sono fatti miglioramenti nella stratificazione del rischio per stabilire la programmazione degli interventi chirurgici e degli interventi di cateterizzazione.
Maggiori conoscenze si hanno anche per i trattamenti medici. Ecco allora che la ESC ha revisionato il proprio precedente documento, pubblicando lo scorso 29 agosto le nuove raccomandazioni (Helmut Baumgartner, Julie De Backer, Sonya V Babu-Narayan, Werner Budts, Massimo Chessa, Gerhard-Paul Diller, Bernard lung, Jolanda Kluin, Irene M Lang, Folkert Meijboom, Philip Moons, Barbara J M Mulder, Erwin Oechslin, Jolien W Roos-Hesselink, Markus Schwerzmann, Lars Sondergaard, Katja Zeppenfeld, ESC Scientific Document Group, 2020 ESC Guidelines for the management of adult congenital heart disease: The Task Force for the management of adult congenital heart disease of the European Society of Cardiology (ESC), European Heart Journal, , ehaa554, https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehaa554).
Nel nuovo documento si presta attenzione anche al benessere psicologico dei soggetti: una cardiopatia cronica può minare alcuni aspetti della vita sociale, causando depressione e stati d’ansia.
Il team che segue questi pazienti deve includere, oltre agli specialisti, infermieri specializzati, psicologi, assistenti sociali.
Questi soggetti dovrebbero praticare sport, ma con attenzione. Le linee guida indicano poi nel dettaglio come agire per prevenire le complicazioni (attraverso screening ripetuti) e come intervenire se queste si manifestano.
Stefania Somaré