Caregiver familiare: la nuova legge di Regione Lombardia

Dati del 2018 rilevati dal modulo europeo “Reconciliation between work and family life” e rilanciati dall’Istat parlano di un 34,6% della popolazione italiana di etĂ  compresa tra 18 e 64 anni che si prende cura di figli minori di 15 anni, parenti malati, disabili o anziani.

Tra questi, ci sono persone che lavorano e altre che, in qualche modo, rinunciano a una carriera per assistere una persona cara. Queste persone sono in gran parte donne. Allargando lo sguardo all’Europa, si registra una media del 34,4%, con l’Irlanda che raggiunge il 45% della popolazione impegnata in attivitĂ  di cura.

In altri Paesi europei la figura del caregiver è riconosciuta e tutelata, perchĂ© svolge un lavoro socialmente utile che sgrava i sistemi sociosanitari da una serie di costi e servizi. C’è però un risvolto essenziale da sottolineare e lo fa l’Istat: «essere impegnati in un’attivitĂ  lavorativa e allo stesso tempo doversi occupare di parenti non autosufficienti comporta una modulazione dei tempi da dedicare al lavoro e alla famiglia che può riflettersi sulla partecipazione degli individui al mercato del lavoro, soprattutto da parte delle donne, le quali hanno un maggiore carico di tali responsabilità».

Per andare incontro a questi lavoratori invisibili, Regione Lombardia ha approvato una legge regionale che riconosce il caregiver familiare, definito come “persona che per scelta volontaria assiste e si prende cura di un parente infermo o disabile”.

Elena Lucchini, assessore alla Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari Opportunità di Regione Lombardia, ha dichiarato: «si tratta di una legge che nasce dal confronto tra tutte le forze politiche e anche tra le associazioni che operano nel sociale, che hanno voluto fortemente il riconoscimento della figura del caregiver familiare, la persona che dedica la propria vita ad assistere una persona.
Finora il caregiver familiare non ha avuto un riconoscimento normativo di tipo nazionale e il passo compiuto da Regione Lombardia è davvero un importante passo in avanti».

Vediamo cosa prevede la legge. Il caregiver è riconosciuto come soggetto che entra nella rete di cura del paziente, interagendo con gli altri soggetti della sanità pubblica e privata coinvolti, fino ad arrivare a essere interpellato per la definizione del PAI.
Definito anche l’ambito d’azione del caregiver, che si muove “nella cura in ambiente domestico, nelle relazioni di comunitĂ , nella mobilitĂ  e nella gestione delle pratiche amministrative” (art. 2, comma 1).

La legge stabilisce inoltre che Regione, ATS, ASST e Comuni, ognuno per il proprio ruolo, agiscano supportando il caregiver, per esempio fornendo un sostegno infermieristico e un riconoscimento economico.
La Regione si impegna, inoltre, a stringere accordi con le compagnie assicurative perché offrano ai caregiver familiari premi assicurativi a costi calmierati e promuove azioni per facilitare la conciliazione dei tempi di cura con quelli lavorativi.

Assicurati anche momenti di sollievo per il caregiver, tramite interventi programmati o in emergenza per i pazienti cronici, e l’attivazione di bandi appositi per la creazione di reti nel terzo settore e sostegno di progetti incentrati sui caregiver. Regione Lombardia destina a questo ampio progetto 900.000 euro per le prossime tre annualitĂ .

Stefania Somaré