In Italia i tumori del colon retto sono il terzo tumore per incidenza nell’uomo e il secondo nella donna. Grazie allo screening nazionale, che sottopone a controllo occulto delle feci i pazienti dai 50 anni in su, è possibile individuare per tempo le formazioni iniziali dei tumori, i polipi, ed eliminarli.
Nonostante ciò, le diagnosi si attestano poco al di sotto dei 50 mila ogni anno; nel 2022 sono state 48 mila, dei quali 7800 in Regione Lombardia. La sopravvivenza a 5 anni per queste forme tumorali è del 65%.
Presso la Fondazione IRCCS San Gerardo di Monza il trattamento chirurgico delle masse tumorali del colon-retto vengono effettuati circa 150 pazienti l’anno, in regime elettivo. La tecnica scelta è quella mininvasiva e gli esiti sono in linea con i migliori di letteratura, questo evidenziano dalla struttura brianzola.
Da qualche mese l’ospedale ha dotato l’Unità Operativa di Chirurgia colorettale di un robot chirurgico, con il quale sono stati già eseguiti 40 interventi di resezione. Degenza media, 4,1 giorni, contro i 6,2 di un intervento con tecnica mininvasiva laparoscopica. L’intervento robotico risulta essere più preciso, perché i bracci robotici che operano il paziente sono estremamente stabili e così anche le immagini viste dal chirurgo sono ad altissima definizione, permettendo di osservare dei particolari che a vista forse non sarebbero percepiti.
Il parere degli esperti del San Gerardo
Mauro Totis, responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Chirurgia colorettale, spiega: «la chirurgia moderna ormai è sempre più mininvasiva e tecnologica. L’opportunità di poter operare con l’ausilio del robot è la massima espressione di ciò che attualmente l’innovazione scientifica dispone, l’esperienza ventennale di chirurgia laparoscopica ci ha permesso di approcciarci a questa evoluzione tecnologica in modo rapido e intuitivo». E, ancora: «i pregi tecnologici del robot uniti all’esperienza maturata negli anni nella chirurgia resettiva del colon porteranno benefici nella cura della patologia colorettale maligna e benigna, incrementando la radicalità chirurgica e riducendone le possibili complicanze.
In futuro sempre più pazienti potranno accedere a questa tecnologia che unita alla diagnosi precoce dello screening endoscopico e alle moderne terapie mediche di supporto, offre al cittadino un servizio in grado di rispondere al meglio alle sue necessità».
Il San Gerardo per la prevenzione
La lotta ai tumori colon-rettali dell’IRCCS monzese si dividono tra chirurgia e trattamenti ospedalieri e prevenzione.
Il San Gerardo è il primo presidio ospedaliero per numero di colonscopie e trattamenti endoscopici; tra il 2007 e il 2023 le colonscopie di screening sono passate da meno di 200 a 712. Alta anche la collaborazione tra le figure coinvolte, endoscopisti, patologi, chirurghi e oncologi. I tassi di successo della colonscopia di screening sono di 1 ogni 1000 pazienti trattati per il tumore avanzato o polipo già cancerizzato e di 5 ogni 1000 pazienti trattati per gli adenomi avanzati che si sarebbero presto trasformati in tumore. Nella maggioranza dei casi, le lesioni vengono asportate per via endoscopica.
Marco Dinelli, direttore della Struttura complessa di Endoscopia interventistica, commenta: «la possibilità di prevenire i tumori del colon e del retto è direttamente dipendente dalla identificazione precoce e dall’asportazione dei polipi mediante la colonscopia. La prevenzione, a livello della popolazione generale, è possibile selezionando i soggetti da sottoporre a colonscopia mediante la ricerca biennale del sangue occulto nelle feci, che in Regione Lombardia è attiva e gratuita per i soggetti di ambo i sessi nell’età compresa fra 50 e 74 anni».
È, quindi, importante che la cittadinanza si sottoponga allo screening quando riceve l’invito, altrimenti il meccanismo, pur così efficace, rischia di non funzionare come potrebbe.