Chirurgia robot assistita per carcinoma dell’endometrio e qualità di vita

In Italia il carcinoma dell’endometrio è il quinto tumore per diagnosi nella donna, con un picco di incidenza dopo i 50 anni, mentre nel mondo è al sesto posto. Sempre in Italia, si stimano circa 8.700 casi l’anno.

L’incidenza di questa forma tumorale, legata all’età, è andata aumentando negli ultimi 20 anni, proprio a causa dell’allungamento della vita media. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è dell’85% per tutte le tipologie e gli stadi di avanzamento.

Il percorso terapeutico elettivo prevede una isterectomia con concomitante asportazione di entrambe le tube di Falloppio, unite all’eliminazione dei linfonodi di interesse e, se necessario, a una resezione omentale. Nei casi a maggior rischio di recidiva, si esegue anche una chemioterapia adiuvante. Le donne che sopravvivono sono quindi molte: ma qual è la loro qualità di vita malattia correlata?

Uno studio svedese cerca di rispondere proprio a questa domanda, concentrandosi sulle donne operate con l’ausilio di un robot chirurgico, che consente un recupero fisico più rapido rispetto all’intervento tradizionale.

Afferenti all’Institute of Clinical Science della Sahlgrenska Academy della University of Gothenburg e al corrispettivo ospedale universitario, il Sahlgrenska University Hospital, gli autori dello studio hanno coinvolto 64 pazienti, nel 67.2% dei casi sottoposte al solo atto chirurgico, mentre nel restante 32.8% anche a chemioterapia adiuvante.

Tutte le donne sono state sottoposte prima dell’intervento e poi a 2 settimane, a 3 mesi e a 1 anno a vari questionari per valutarne in modo oggettivo lo stato depressivo e di ansia: due aspetti ancora poco considerati dalla ricerca, ma che è importante conoscere anche per capire se è necessario offrire un sostegno ulteriore a queste pazienti oppure no… e, nel caso, come.

Sono stati utilizzati 4 questionari: l’European Organization for Research and Treatment of Cancers Quality of Life Questionnaire Core 30 (QLQ-C30), il modulo EN24, il Generalized Anxiety Disorder Scale (GAD-7) e il Patient Health Questionnaire Depression Scale (PHQ-9). I risultati dei questionari mettono in luce una riduzione del senso di ansia percepita nel corso del tempo.

Se inizialmente, infatti, 17 delle donne incluse nello studio, pari al 27%, mostrava chiari segni di ansia, con valori di GAD-7 superiori a 10, con il passare dei mesi questo numero è calato per attestarsi a 5 dopo 1 anno dall’intervento. Se si considera la depressione, inizialmente lo score PHQ-9 ha individuato 13 soggetti depressi, diventati 8 a 1 anno dall’operazione. Si nota come il sintomo ansioso sia più facile da gestire e diminuire, rispetto allo stato depressivo nel suo insieme.

Gli autori sottolineano però che questi numeri sono congruenti con quelli che caratterizzano ansia e depressione nella popolazione femminile svedere generale, quindi non determinati dalla patologia in sé, quanto piuttosto da una caratteristica del soggetto. Rinforza l’ipotesi il fatto che spesso chi manifestava segni di ansia era anche depressa. Solo all’inizio dello studio, quando ancora non erano state sottoposte all’intervento, GAD-7 e PHQ-9 sono maggiori rispetto che nella popolazione generale, ma ciò è ascrivibile allo stress legato alla diagnosi, all’incertezza e, poi, all’intervento e alla ospedalizzazione.

Secondo gli autori non c’è un link diretto alla patologia oncologica specifica. Gli autori si sono preoccupati anche di raccogliere informazioni socioeconomiche sulle pazienti. In particolare, hanno visto che l’87.5% aveva figli, mentre il 57.8% era anche impegnata in una relazione amorosa: due fattori che fanno presumere siano state accudite dopo l’intervento, circondate dagli affetti dei loro cari.

Un fattore che, senza dubbio alcuno, contribuisce a combattere ansia e depressione. Secondo precedenti studi, tra le caratteristiche socioeconomiche che concorrono a peggiorare la qualità di vita malattia correlata, nelle pazienti con cancro all’endometrio, c’è la povertà che sembra incidere anche sulla percezione del dolore.

Anche se limitati dalla natura monocentrica dello studio, questi risultati sono interessanti perché basati su questionari validati da un punto di vista internazionale.

(Lo studio: Lindfors, A., Järvholm, S. & Dahm-Kähler, P. Health-related quality of life after robotic surgery for endometrial cancer: a prospective longitudinal one-year follow-up study. Arch Gynecol Obstet (2023). https://doi.org/10.1007/s00404-023-06917-w)