Covid-19 e l’importanza di un adeguato supporto nutrizionale

Riccardo Caccialanza

Dell’importanza di un adeguato supporto nutrizionale ai pazienti ricoverati per forme gravi di Covid-19 si è iniziato a parlare qualche mese fa e ora l’ipotesi è confermata da uno studio multicentrico italiano condotto su 1.391 pazienti in 11 strutture ospedaliere, cui capofila è la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia (Riccardo Caccialanza et al. Nutritional parameters associated with prognosis in non-critically ill hospitalized Covid-19 patients: The Nutri-Covid-19 study. Clinical Nutrition. Published online. Doi: https://doi.org/10.1016/j.clnu.2021.06.020).
Il lavoro evidenzia che i pazienti che giungono in ospedale con un inadeguato apporto nutrizionale vanno incontro a risultati clinici negativi: in particolare, è stato osservato un rischio maggiore di essere trasferiti in Terapia Intensiva.

Lo studio evidenzia un altro aspetto interessante: sembrerebbe che l’obesità non sia per sé un fattore di rischio per il Covid-19, ma lo diventerebbe in presenza di comorbidità, mentre sarebbe addirittura un fattore protettivo in loro assenza.
Una scoperta che potrebbe aprire nuovi orizzonti anche per altre patologie. Lo studio suggerisce quindi di occuparsi anche dello stato nutrizionale dei pazienti che contraggono il Covid-19, seguendo il più possibile le raccomandazioni delle società scientifiche.

Ecco il commento del dott. Riccardo Caccialanza, direttore della UOC Nutrizione Clinica della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo: «sono molto soddisfatto anzitutto della collaborazione di rete che si è creata nella prima ondata. I risultati, molto interessanti, sono in linea con quelli pubblicati di recente sui pazienti ricoverati in Terapia Intensiva e ribadiscono che il fattore nutrizione, in particolare il deficit calorico precoce, può condizionare l’andamento clinico non solo del Covid-19 ma anche della quasi totalità delle patologie acute e croniche, come per esempio quelle oncologiche».

Stefania Somaré