Covid-19 e salute di genere, il Libro Bianco Onda

Francesca Merzagora

Presentato il 25 novembre scorso in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, il Libro Bianco su Covid e Salute di Genere curato da Fondazione Onda in collaborazione con Farmindustria fa una riflessione su quanto la pandemia abbia pesato sulle donne.
Queste ultime si sono dimostrate piĂą suscettibili alla malattia, anche se hanno sviluppato forme meno gravi, con un tasso di mortalitĂ  dimezzato rispetto agli uomini. A pesare maggiormente sono gli effetti del Long Covid e, in generale, un sovraccarico maggiore non soltanto di carattere sanitario.

La pandemia da Covid-19 ha messo in risalto un dato già noto, e cioè che le malattie non impattano in modo uguale su uomini e donne. Se negli uomini l’infezione da Sars-Cov-2 ha determinato un numero maggiore di forme gravi e un tasso di mortalità quasi doppio rispetto a quello registrato nelle donne, sono state queste ultime a presentare una maggiore suscettibilità alla malattia (51%) – forse anche per la loro maggiore esposizione, rappresentando la maggior parte degli operatori sanitari e caregiver – e a presentare sintomi del Long Covid.
Le differenze tra i sessi sono legate a diversi fattori: genetici, fisici ma anche comportamentali: le donne presentano infatti una maggiore attenzione rispetto alla salute e sono minori consumatrici di fumo e alcool.

I principali aspetti emersi dal volume

Gli effetti della pandemia sulle donne, però, non si sono riverberati soltanto sul fronte sanitario: costoro hanno infatti subito un maggiore sovraccarico di lavoro in ambito familiare, e sono state più esposte a problemi di carattere professionale, sociale ed economico.
Il peso della pandemia si è tradotto per molte in perdita del posto di lavoro – 99 mila posti femminili persi su 101 mila a dicembre 2020 – e aumento della violenza domestica determinata dalla coabitazione forzata con compagni violenti nel periodo di lockdown – è stato registrato un incremento delle richieste di aiuto alla rete nazionale antiviolenza pari al 74,5%.

Sono questi alcuni, impressionanti, aspetti evidenziati dalla 13° edizione del libro Bianco “Covid-19 e salute di genere: da pandemia a sindemia”, realizzato dalla Fondazione Onda in collaborazione con Farmindustria ed edito da Franco Angeli.

«Il libro», ha evidenziato la presidente Onda, Francesca Merzagora, «mette in luce quanto il Covid abbia colpito in modo diverso la popolazione, sottolineando le problematiche, non solo sanitarie, più gravi a carico delle donne e portando alla luce le fragilità del sistema sanitario. I vaccini sono fortunatamente arrivati in tempi record, consentendo una campagna vaccinale di successo che ci ha consentito il ritorno a una pseudo-normalità.

Nel nostro Paese sono state inoculate oltre 90 milioni di dosi, e questo è stato possibile grazie a solo 4 vaccini, anche se ce ne sono 322 in studio, 128 in sperimentazione clinica e 4 in rolling review da parte dell’Ema – Agenzia Europea del Farmaco. Tutto questo – con ciò intendendo non solo i vaccini, ma anche i farmaci per la cura del Covid – grazie al lavoro incessante, mai arrestatosi, dell’industria farmaceutica».

La struttura del libro

Il libro si struttura in 6 macro-capitoli che raccolgono al proprio interno diversi sotto-capitoli. Il primo è dedicato agli aspetti epidemiologici e clinici dell’infezione del nuovo coronavirus; il secondo focalizza l’attenzione su Covid-19 e Long Covid, analizzando l’impatto sulla salute psicofisica, con un focus specifico su salute fisica, mentale, complicanze neurologiche, prevenzione oncologica e malattie rare.

Il terzo capitolo punta la propria attenzione sull’impatto che l’infezione da Sars-Cov-2 ha avuto sulla salute riproduttiva e materno-infantile, mettendo in luce il lavoro fatto dai professionisti per la riorganizzazione dei punti nascita, la contrazione dell’attività dei centri dedicati all’infertilità, l’impatto sull’isolamento vissuto in gravidanza e l’importanza della vaccinazione per le gestanti.

Il quarto capitolo è dedicato all’impatto del Covid sulle donne e gli impulsi delle donne, con ciò enfatizzando lo svantaggio femminile quanto a disoccupazione, caregiving e smartworking, ma anche l’esempio virtuoso di resilienza delle imprese del pharma e infine accendendo un faro sull’impatto della violenza sulle donne.

Il quinto capitolo è dedicato alle criticità organizzative dei servizi ospedalieri e territoriali, con un focus su ospedali, RSA, ruolo dei medici di medicina generale, infermieri di comunità e il ruolo importante svolto dalle farmacie dei servizi in questo difficile periodo emergenziale.
L’ultimo capitolo è infine dedicato alla campagna vaccinale anti-Covid.

Donne e aziende del farmaco, un esempio virtuoso

«Il Covid-19 ha cambiato rapidamente e radicalmente il nostro modo di vivere. E ha avuto il grande merito di farci comprendere il ruolo centrale della salute», ha sostenuto Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria.

«Tra le persone più colpite dalla pandemia, come ricorda il Libro Bianco della Fondazione Onda – che da anni offre autorevoli quadri di insieme sulla salute di genere – ci sono proprio le donne. Donne che sono state anche instancabili protagoniste nel nostro settore, nella ricerca e nell’innovazione e hanno dato un contributo fondamentale per arrivare alla scoperta dei vaccini e delle terapie anti-Covid. E che sono il motore propulsivo della R&S nelle nostre imprese: rappresentano infatti il 52% degli addetti.

Sono poi il 43% del totale degli occupati, spesso con ruoli apicali. Si può dire insomma che l’industria farmaceutica è a forti tinte rosa, anche grazie a un innovativo modello di Relazione industriali che presta molta attenzione alla conciliazione vita-lavoro, al welfare, alla genitorialità e alla formazione».

Le aziende del farmaco rappresentano dunque un positivo esempio di resilienza in cui la parità di genere è ormai una realtà.

Puntare a una maggiore equitĂ 

«Anche nel nostro sistema sanitario le donne sono ben rappresentate costituendo quasi il 70% del personale», ha dichiarato Pierpaolo Sileri, sottosegretario di Stato, Ministero della Salute. «Purtroppo, vedo ancora poche figure donna apicali, per questo ho proposto al Ministero un tavolo per migliorare il percorso delle carriere in ambito sanitario delle donne che preveda un modello organizzativo che vada incontro alle loro esigenze.

La pandemia, nella sua drammaticità, ha permesso uno sguardo a un nuovo modello di sanità, che consente una maggiore attenzione ai problemi finora troppo sottovalutati, quali l’accesso alle carriere alle donne in maniera equa».

«Grazie anche alle risorse stanziate dal PNRR è il momento di pensare ad una riorganizzazione. Il fatto che ci siano pubblicazioni come questa fornisce dati e informazioni rilevanti. Le donne italiane, è emerso in pandemia, sono precarie, hanno un salario più basso e ricoprono meno posizioni apicali (53% rispetto alla media UE del 66%).

Questo è l’anno dell’approvazione della proposta sulla paritĂ  salariale, un momento importante anche perchĂ© l’indipendenza economica rappresenta uno strumento in piĂą contro la violenza», ha concluso l’onorevole Debora Serracchiani, capogruppo PD alla Camera dei Deputati.

Elena D’Alessandri