Cure palliative: lo stato dell’arte

Nel mese di marzo sono stati resi noti i dati sull’implementazione della Legge 38 del 2010 da parte delle Regioni. Questa legge si focalizzava sulle cure palliative e sulla costruzione di strutture e servizi per i cittadini, tra cui gli Hospice. Bene, nel triennio 2015-2017 il numero di Hospice nazionale è arrivato a 240 strutture e 2777 posti letto, con un aumento di 9 unità e 226 posti letto rispetto al 2014.
Un incremento forse troppo basso, se si considera il numero di pazienti che potrebbero necessitare di questi servizi: nel 2017 mancavano almeno 244 posti letto lungo lo stivale, anche se con forte disomogeneità, per cui alcune regioni ne avevano in abbondanza (Lombardia, Emilia Romagna, Lazio) e altre erano in grave deficit (Piemonte, Toscana, Campania, Sicilia).
Il numero totale di pazienti seguiti con cure palliative domiciliari è stato, nel 2017, di 40.849 unità, con un aumento rispetto al 2014 del 32,19%. Il numero, seppur alto, è ancora distante dallo standard individuato nel DM n. 43 del 2007.

Questi sono solo alcuni dei dati contenuti nel Rapporto sullo stato di attuazione della legge n. 38 del 15 marzo 2010.
«Dobbiamo lavorare con le Regioni perché attivino concretamente le reti per le cure palliative in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Tutto il Sud è carente, soprattutto di Hospice pediatrici. Inoltre, dobbiamo potenziare la formazione medica post laurea in questo ambito, visto che sono ancora pochi i medici palliativisti» ha dichiarato il Ministro della Salute Giulia Grillo.

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Quando si parla di dolore e fine vita, il numero di strutture e posti letto è importante, ma esiste poi anche un altro punto di vista: quello del paziente che viene assistito in Hospice o riceve cure palliative domiciliari, e quello dei suoi cari. Da questo punto di vista la situazione pare peggiorata, come sottolineato dall’Osservatorio Volontario sulla Terapia del Dolore della Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti e la Fondazione Isal. I dati, relativi a una indagine del 2018 condotta su 12.000 pazienti italiani, sono stati presentati lo scorso 14 marzo.
In generale, si osserva un calo di soddisfazione per i servizi in cure palliative, passata dal 69% del 2016 al 61%, mentre la totale insoddisfazione è passato dall’8% al 21%. Lo stesso si può dire anche per gli Hospice, per i quali il gradimento è calato del 14%. Al contrario i Centri di Terapia del dolore hanno un gradimento dell’80%.
I dati mostrano infine un aumento della consapevolezza che esiste una legge che dà diritto alla terapia del dolore, passata dal 37% al 45%, anche se ancora pochi sanno che le strutture sanitarie hanno l’obbligo di misurare il dolore del paziente e annotarlo sulla cartella clinica. I dati raccontano dunque di un percorso che deve essere ancora sviluppato.

«A volte in Italia facciamo belle leggi ma non le applichiamo. La legge 38 è tra le più innovative in Europa sul tema. Il governo se ne occupi, inserisca l’applicazione di questa legge nel nuovo Patto della salute, e poi si facciano le cose previste dalla legge, in particolare sulla formazione. Si completino gli Hospice su territorio nazionale perché ci sono troppe differenze regionali, e si migliori l’assistenza domiciliare, è quella la via maestra» ha concluso Livia Turco, coordinatrice dell’Osservatorio.

Stefania Somaré