Il diabete mette a rischio il sistema sanitario britannico

James Brown

Il 14 novembre si è celebrata la Giornata Mondiale del Diabete: in tutto il mondo si sono tenute conferenze per cercare di capire come affrontare al meglio questa malattia metabolica che sta dilagando a macchia d’olio, soprattutto a causa della cattiva alimentazione di tanta parte della popolazione dei Paesi piĂą ricchi. Secondo la SocietĂ  Italiana di Diabetologia, dei circa 3 milioni e 700 mila pazienti diabetici presenti sul nostro territorio il 90% è affetto da diabete di tipo 2. Inoltre, secondo alcune stime questa malattia uccide nel mondo sei persone al minuto ed è causa di un aumento dei costi delle sanitĂ  a livello nazionale. A tal proposito, è proprio del 14 novembre la notizia che l’aumento dei pazienti diabetici potrebbe causare la bancarotta del NHS, il sistema sanitario britannico.

A dichiararlo è stato il dottor James Brown (nella foto) della Aston University di Birmingham. «Una volta il diabete di tipo 2 colpiva solo gli adulti, ma adesso sta diventando comune anche tra le persone giovani. Una delle cause è l’obesitĂ , elevata anche tra i bambini: uno su cinque è giĂ  obeso a 11 anni. Una persona che si ammala di diabete da giovane ha alte possibilitĂ  di soffrire anche di altre patologie, come cardiopatie, malattie renali ecc. Le implicazioni per il NHS non devono essere sottovalutate; faccio notare che oggi il 10% del budget del NHS è speso per curare direttamente il diabete e le patologie a esso associate. Le stime dicono che il numero di diabetici raddoppierĂ  per il 2030: non sono sicuro che il nostro sistema sanitario potrĂ  resistere a questa pressione. I bambini dovrebbero fare per legge un minimo di attivitĂ  fisica a scuola e le aziende alimentari non dovrebbero piĂą pubblicizzare prodotti ricchi di zucchero per i bambini. Di piĂą: i cibi non salutari dovrebbero essere tassati piĂą degli altri e i soldi così ottenuti dovrebbero essere usati per aumentare la diffusione della verdura e della frutta sulle tavole della popolazione».

Stefania Somaré