Diciassette studi del Monzino selezionati dal PNRR

Nell’ambito della Missione 6 del PNRR, in particolare nella componente 2, il Governo sta finanziando progetti di ricerca riconosciuti importanti per lo sviluppo della sanità italiana. In questo contesto, il Centro Cardiologico Monzino Irccs di Milano annuncia di aver ricevuto in tutto 5 milioni e 750 mila euro come finanziamento di ben 17 progetti, tutti dedicati all’apparato cardiocircolatorio.

Il prof. Giulio Pompilio, direttore scientifico dell’Istituto, sottolinea: «il PNRR del Ministero della Salute ha seminato nei filoni più critici e strategici della ricerca cardiovascolare e noi siamo orgogliosi e onorati di poter contribuire agli studi di frontiera. Penso, per esempio, agli organoidi cardiaci o alla genomica di precisione.

Grazie ai finanziamenti potremo sviluppare tecnologie e competenze già presenti nella nostra struttura e, in rete con altri centri altamente specializzati, promuovere nuovi studi sperimentali e clinici. Con la prima tranche del 2022 abbiamo avviato ricerche che hanno già dato risultati concreti».

Tematiche principali degli studi

Sui 17 progetti per cui ha ricevuto i finanziamenti, il Monzino è capofila in 9 e partner in 8. In tutto sono coinvolti 35 ricercatori. Riprende Pompilio: «stiamo vivendo un periodo di fioritura della ricerca scientifica e di svolta per la cura e l’assistenza dei malati cardiovascolari. È indubbio che le nuove tecnologie e i nuovi farmaci abbiano aperto nuovi scenari in cardiologia, che stanno cambiando l’approccio ad alcune importanti malattie.

Il PNRR ha saputo cogliere questa apertura, che rappresenta anche un’opportunità per i pazienti di oggi e di domani. Mi aspetto che la ricerca italiana, già ad altissimi livelli, raggiunga nei prossimi anni risultati ancora più significativi».

Quali sono i temi su cui si concentrano gli studi? Si parla di aree cruciali per il futuro della cardiologia, come per esempio le terapie biologiche avanzate, l’intelligenza artificiale applicata alla cura delle patologie cardiovascolari, la diagnosi di precisione e l’individuazione di nuovi bersagli verso cui concentrare lo sviluppo di farmaci e terapie.

Il caso della cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro

La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è una patologia che colpisce da 1 ogni 2000 a 1 ogni 5000 persone, a seconda delle aree prese in considerazione.

Si tratta di una malattia genetica che sostituisce alle fibre muscolari dei miociti del tessuto fibroadiposo: ne consegue che il cuore non riesce a svolgere al meglio il proprio lavoro. Nel tempo si generano aritmie e insufficienze cardiache, con una progressione di malattia più rapida nei pazienti che si dedicano a sport di resistenza.

Attualmente le terapie mirano a rendere meno letali le aritmie, con farmaci o l’impianto di un defibrillatore. Grazie ai fondi del PNRR all’Istituto Monzino verrà avviato uno studio clinico incentrato su una possibile nuova terapia farmacologica, per testarne l’efficacia in giovani pazienti. Chi soffre di questa malattia genetica potrà quindi usufruire del farmaco, anche se in via sperimentale.