Il digitale come fattore abilitante per costruire una nuova medicina territoriale e ospedaliera, integrando dati e tecnologie, che mettano il cittadino al centro del patient journey: così è stato presentato a Netcomm Focus Digital Health&Pharma l’On-Life Health Manifesto 2020.

Secondo Netcomm, oltre 16 milioni di italiani hanno comprato online prodotti health & pharma negli ultimi 12 mesi. Cresce la domanda digitale per medicinali, visite specialistiche e app per la raccolta e l’integrazione dei dati.
Un digital twin, un “paziente digitale” che superi il Fascicolo Sanitario Elettronico, in grado di raccogliere e far dialogare tra loro tutti i dati del cittadino, permettendo allo stesso tempo di rafforzare e rilanciare i servizi della medicina territoriale di prossimità, integrandoli con i centri ospedalieri di eccellenza.
Un modello che oltre a rispondere meglio a emergenze quali la pandemia da Covid-19 sia allo stesso tempo capace di essere più vicino al cittadino, collocandolo al centro del proprio percorso assistenziale.

È la filosofia che anima l’On-Life Health Manifesto 2020 promosso da Netcomm insieme a Istituto Clinico Humanitas, Medatronic Italia e MSD Italia, e presentato in occasione dell’evento Netcomm Focus Digital Health&Pharma.
Un modello che mira a trasformare la filiera sanitaria attraverso il digitale, valorizzandolo nei suoi diversi aspetti: prestazioni di telemedicina e teleassistenza, integrazione e interoperatività di tutti i dati, le applicazioni e le tecnologie, così come di tutti i processi e luoghi di cura; adozione di soluzioni tecnologiche sempre più sofisticate, per esempio mediante il ricorso ad algoritmi di intelligenza artificiale.

Il Manifesto si propone ancora di massimizzare l’accessibilità e l’utilizzo dei dati sanitari da parte dei professionisti del sistema sanitario nei vari livelli di cura, favorendo la massima dematerializzazione, remotizzazione e digitalizzazione dei servizi sanitari e della loro fruizione da parte dei cittadini.

Roberto Liscia, presidente Netcomm

«Il digitale», commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm, «consente di remotizzare e decentrare parte dell’iter diagnostico e terapeutico, ma al tempo stesso di integrare ogni fase, luogo e dato.
Il digitale consente di cambiare in modo radicale il patient journey, il rapporto con i luoghi delle cure e le loro funzioni, l’accesso ai servizi, alle competenze e alle cure, i modelli organizzativi e le strutture dei costi.
I possibili benefici dalla digitalizzazione dell’health & pharma sono enormi sia per i singoli cittadini e pazienti, che per la collettività».

Tema fondamentale è la centralità del cittadino e del paziente, in una visione integrata di ogni aspetto, canale e fase.

Nicoletta Luppi, senior vice president e managing director MSD Italia

«Il paziente», evidenzia Nicoletta Luppi, senior vice president e managing director di MSD Italia, «può trarre i benefici più importanti dalla digital transformation: ha un ruolo sempre più attivo nella cura grazie alla maggiore disponibilità di informazioni sulla sua condizione ed è empowered dalla tecnologia: dispone di nuove piattaforme, sensori, wearable e medical device per monitorare al meglio la propria patologia e avere un maggiore controllo della propria salute, migliorare l’aderenza alla terapia, agevolare le modalità d’interazione e condivisione/scambio dei dati e referti clinici con il proprio medico.
È insomma sempre più inserito in un percorso di salute multidisciplinare, paziente centrico e data-driven che cambia totalmente il paradigma».

Una tendenza confermata dai numeri: secondo i dati del Digital Health & Pharma Report 2020, curato da Netcomm, a settembre 2020 erano quasi 17 milioni gli italiani che avevano comprato online almeno un prodotto health & pharma negli ultimi dodici mesi.
Di questi, 4,6 milioni hanno comprato prodotti almeno 4 volte nell’arco temporale di 12 mesi, usando quindi i canali digitali con una certa assiduità.

Tra le tendenze più interessanti emerge come il 66% degli acquirenti online e il 45% di chi compra attraverso i canali fisici vorrebbe poter prenotare attraverso la Rete una visita specialistica a domicilio; è poi ritenuta molto interessante la possibilità di avere una chat di confronto con uno specialista.
Inoltre, il 61,5% di chi già compra online (31,5% degli acquirenti offline) vorrebbe app dedicate allo stato di salute dove conservare dati, referti, prenotare visite ed effettuare video consulti.

Michele Perrino, presidente e ad Medtronic Italia

«Da più ambiti», rileva Michele Perrino, presidente e ad Medtronic Italia, «è emersa in particolare con forza la necessità di utilizzare e valorizzare il digitale nelle sue varie forme: dalle prestazioni di telemedicina e teleassistenza, alla costruzione e integrazione delle piattaforme di raccolta, analisi e gestione dei dati, sia a livello di prevenzione che di territorio che ospedaliero.
Risulta fondamentale infatti sfruttare o implementare soluzioni che permettano da una parte di garantire continuità assistenziale ai pazienti ma dall’altro di raccogliere dati per stratificare velocemente la popolazione in base, per esempio, a indici di rischio e così tutelare meglio i pazienti durante epidemie come quella in corso».

Luciano Ravera, ad Irccs Istituto Clinico Humanitas

Secondo Luciano Ravera, ad Istituto Clinica Humanitas, «la sanità digitale in questa transizione verso una salute continua è una grande opportunità, perché il rapporto tra ospedale e territorio non può essere efficace se non esiste, per esempio, una continuità reale e possibile tra chi conosce il paziente e chi lo prende in carico in una fase acuta della malattia.
Occorre quindi convergere verso forme di raccolta dati uniformi a livello Paese, superando il fascicolo Sanitario Elettronico e convergendo verso il digital twin, la rappresentazione virtuale del cittadino con integrazione di tutti i suoi dati».

Il Manifesto richiama inoltre la necessità di costruire un complesso di regole chiare per la condivisione dei dati tra tutti i soggetti della filiera, attraverso una progettualità multidisciplinare, che sappia ridisegnare il contesto normativo per favorire l’inserimento di nuove tecnologie quali per esempio intelligenza artificiale e i wearable devices.
Innovazioni per le quali è opportuno essere pronti non solo a livello infrastrutturale ma formativo, preparando per tempo e garantendo tutti gli strumenti agli operatori del settore per affrontare sfide e cambiamenti.

In questo senso, il Manifesto intende dialogare con i policy maker per stimolare l’adeguamento normativo e facilitare l’integrazione a livello europeo, aggregando tutte le organizzazioni, competenze e persone che condividono obiettivi, principi e attività del On-Life Heath Manifesto 2020.