Dopo il terremoto del 2012, il Policlinico di Modena è stato interessato da un programma di rinnovamento e ristrutturazione edilizia e impiantistica, finalizzata al miglioramento antisismico del presidio. Il progetto per il nuovo edificio del Dipartimento Materno-infantile apre una nuova fase per l’ospedale.

La regolarizzazione della griglia strutturale ha lo scopo di permettere una migliore risposta antisismica all’edificio (STEAM, PINEARQ, arch. Andrea Ragazzini, ing. Gian Paolo Faccani)

Sviluppato da un composito gruppo di professionisti formato da STEAM (capogruppo), PINEARQ, arch. Andrea Ragazzini e ing. Gian Paolo Faccani, il progetto del nuovo edificio si distingue per la chiarezza dell’impianto architettonico e per l’efficace semplicità del concept spazio-funzionale.

Ing. Giuseppe Romano, STEAM

L’ing. Giuseppe Romano (STEAM) si è occupato del project management dei progetti definitivo ed esecutivo: «le esigenze del committente erano già ben espresse nel progetto preliminare, ma sono state ulteriormente aggiornate e affinate in collaborazione con il team medico della Direzione Sanitaria, con i rappresentanti del personale medico e infermieristico e con le strutture tecniche dell’AOU.

Enfatizzare la centralità della maternità e della cura del bambino era infatti l’obiettivo principale della revisione del progetto originale.
Parallelamente abbiamo recepito la richiesta di massimizzare la ricerca della sicurezza, specie dal punto di vista antisismico, e della qualità dello spazio costruito, soprattutto per quanto riguarda l’illuminazione naturale.

Il progetto originale è stato perciò modificato in modo sostanziale, per ottenere un edificio dalla forma più compatta e regolare: la nuova maglia strutturale è quadrata, con passo pari a 7,80 m, e le superfici delle corti interne sono più ampie, anche per renderle più gradevoli dal punto di vista percettivo.

Il progetto prevede un porticato a protezione dell’ingresso principale, aperto verso una piazza verde che funge da snodo per i flussi veicolari diretti verso il Pronto Soccorso.
Gli ambienti interni sono concepiti per minimizzare lo stress di pazienti e accompagnatori, grandi e piccoli, con zone per il relax e per attività ludiche distribuite nelle attese principali».

Percorsi e spazi interni

I percorsi sono un aspetto di fondamentale importanza per l’ospedale contemporaneo…
«Abbiamo cercato di ottenere la massima semplicità e linearità dei percorsi interni, in orizzontale come in verticale, separando nettamente i percorsi dei pazienti esterni e dei visitatori, che si sviluppano lungo il fronte d’accesso, da quelli sanitari (personale, pazienti interni), che sono invece concentrati lungo il fronte opposto e in collegamento diretto con il resto dell’ospedale, in particolare con Pronto Soccorso e Blocco operatorio, senza interferenze né incroci.

La compattazione dei volumi ha condotto a un rapporto più equilibrato fra pieni e vuoti (STEAM, PINEARQ, arch. Andrea Ragazzini, ing. Gian Paolo Faccani)

Secondo lo stesso principio, anche grazie al raggruppamento dei locali impiantistici in blocchi omogenei, i percorsi tecnici (approvvigionamento delle merci, allontanamento dei rifiuti, manutenzione ecc.) restano circoscritti all’area sanitaria.

Schema concettuale dell’evoluzione del progetto dal punto di vista volumetrico (STEAM, PINEARQ, arch. Andrea Ragazzini, ing. Gian Paolo Faccani)

Rispettando la disposizione dei vari settori ai diversi livelli, abbiamo rivisitato tutti i layout distributivi, anche allo scopo di ottimizzare la disposizione dei diversi ambienti in relazione con i flussi connessi all’attività del personale. È il caso del Blocco travaglio-parto e del Blocco operatorio al livello 1, della Terapia Intensiva Neonatale e delle degenze di Pediatria al livello 2, delle degenze di Ostetricia al livello 3 e dell’area per la Procreazione medicalmente assistita all’ultimo livello.
Per esempio, il Blocco travaglio-parto è articolato in due aree distinte, dedicate al parto medicalizzato e al parto naturale, ciascuna ben caratterizzata per quanto riguarda la diversa dotazione di locali principali e di supporto e servizio, le apparecchiature, i materiali e le finiture ecc.
La particolare tensione emotiva che distingue gli utenti dell’area PMA è stata uno stimolo per lo studio di soluzioni mirate all’umanizzazione e alla qualità degli ambienti di quel settore.

Esempio di decorazione interna di una camera di degenza (STEAM, PINEARQ, arch. Andrea Ragazzini, ing. Gian Paolo Faccani)

Gli architetti del nostro team hanno approfondito nel dettaglio anche il progetto delle camere di Pediatria, per accogliere stabilmente un parente, e quelle di Ostetricia, per facilitare il rooming-in, prevedendo spazi adeguati per le culle, un fasciatoio, una vasca per il bagno del neonato ecc.».
L’inizio dei lavori è previsto entro la fine dell’estate: la durata del cantiere è stimata in 730 giorni.

Il punto di vista dell’ing. Mauro Strada

Abbiamo chiesto al prof. ing. Mauro Strada (STEAM), amministratore delegato di STEAM, fra i membri più autorevoli di AICARR (Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento e Refrigerazione), quali aspetti del progetto potrebbero essere rivisti in relazione all’esperienza maturata durante la pandemia.

Prof. Ing. Mauro Strada, STEAM

«L’associazione ha svolto un ruolo molto attivo durante l’emergenza, elaborando numerosi documenti su come operare e utilizzare gli impianti di climatizzazione esistenti, per prevenire e limitare il rischio di diffusione del contagio.
Attualmente stiamo analizzando quali aspetti dovranno essere considerati per la progettazione dei nuovi ospedali.
Nel caso di un futuro evento pandemico, nel nuovo edificio per il Policlinico di Modena gran parte delle condizioni di sicurezza ambientale riconducibili agli impianti termomeccanici – in particolare la diversificazione del regime pressorio in aree e locali specifici – potranno essere create operando al livello del building management system, perciò modificando i parametri di funzionamento degli impianti di ventilazione.

In sede di cantiere, questa opportunità può essere gestita in modo relativamente semplice, ridefinendo alcuni limitati requisiti impiantistici previsti dal progetto, di concerto con la stazione appaltante – che si è dimostrata molto sensibile al problema – e con le imprese aggiudicatarie dell’appalto.
Ulteriori soluzioni, caratterizzate da un più elevato grado di complessità, potrebbero comportare modifiche sostanziali al progetto e dovranno essere valutate con la giusta attenzione.
Mi riferisco, per esempio, alla differenziazione dell’assetto dei percorsi – per separare quelli dei soggetti infetti dagli altri – che interessa non solo i flussi interni – alla scala dell’edificio – ma anche quelli esterni – alla scala dell’ospedale».

Giuseppe La Franca, architetto