Documento di Finanza Pubblica e spesa sanitaria: analisi di Fondazione GIMBE

Nino Cartabellotta Gimbe Demenza

In aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di Finanza Pubblica (DFP). Fondazione GIMBE ha condotto un’analisi indipendente del DFP per quanto riguarda la spesa sanitaria, con particolare riferimento al consuntivo 2024, previsioni 2025 e biennio 2026-2027, arricchita dal confronto con il Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine (PSBMT) 2025-2029, deliberato a fine settembre 2024.

Il primo confronto importante riguarda la previsione di aumento del PIL. Ciò che si osserva è che i dati indicati ne DFP sono già inferiori rispetto a quelli previsti dal PSBMT: l’aumento consuntivo indicato all’1% dal PSBMT è infatti riportato allo 0,7%. Simile la situazione per il 2025, dove a fronte di una stima di aumento dell’1,2%, il DFP riporta un + 0,6%. Solo la situazione del 2027 vede un allineamento tra i due dati, pari a un + 0,8%.

Questo il commento del presidente di Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta: «Le stime del PIL in termini reali restituiscono prospettive di crescita economica riviste nettamente al ribasso a soli sette mesi di distanza e, soprattutto, gravate da forti incertezze legate al piano di riarmo europeo e alle politiche sui dazi degli Stati Uniti».

Invariato rapporto spesa sanitaria/PIL

Se è vero che tra il 2023 e il 2024 c’è stato un lieve aumento della spesa sanitaria rispetto al PIL, pari al +0,1%, lo è anche che «l’incremento di € 6.493 milioni tra il 2023 e il 2024 è dovuto per oltre la metà alla spesa per il personale dipendente. Un aumento in gran parte riconducibile agli oneri accantonati per i rinnovi contrattuali del personale sanitario relativi al triennio 2022-2024», sottolinea Cartabellotta.

Per quanto riguarda gli anni futuri, si prevede un lieve aumento del rapporto spesa sanitaria/PIL di +0,1% nel 2025, per un totale del 6,4%, rapporto che dovrebbe restare invariato negli anni successivi.

Dal momento che si prevede un aumento nominale del PIL annuo del 2,75% e un incremento medio della spesa sanitaria annua del 2,85%, ciò significa che nel 2026 la spesa sanitaria dovrebbe essere di circa 149.820 milioni di euro e nel 2027 di 151.635 milioni nel 2027, un dato così commentato da Cartabellotta: «Se da un lato le previsioni per il triennio 2025-2028 indicano un rapporto spesa sanitaria/PIL sostanzialmente stabile dall’altro non si possono escludere riduzioni effettive della spesa sanitaria, alla luce della stagnazione economica e delle incertezze legate al contesto macroeconomico globale.

In quest’ottica appaiono azzardate le stime di un aumento della spesa di € 5.037 milioni nel 2025 e di ulteriori € 6.448 milioni nel 2026, considerando che il Fabbisogno Sanitario Nazionale fissato dalla Legge di Bilancio 2025 è pari a € 136.533 milioni per il 2025 e € 140.533 milioni per il 2026».
La situazione sembra essere quindi ben più complessa di quanto indicato dal DFP.

Non ci sono stati ribassi

Se la situazione che si delinea è tutt’altro che rosea, occorre sottolineare che questo esecutivo, ha quantomeno evitato di ridurre ulteriormente gli investimenti per la spesa sanitaria: quantomeno questo è il pensiero del presidente di Fondazione Gimbe che, tuttavia, conclude: «Il DFP 2025 conferma che, in linea con quanto accaduto negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica continua a non rappresentare una priorità per il Paese, nonostante la grave crisi di sostenibilità del SSN e il progressivo sgretolamento del diritto alla tutela della salute.

Alla luce delle stime al ribasso del PIL e del quadro macroeconomico, va riconosciuto all’Esecutivo il merito di aver scongiurato ulteriori e drammatici tagli alla spesa sanitaria. Tuttavia, nonostante l’incremento previsto in valore assoluto, il peso della sanità sul PIL resta inchiodato al 6,4% fino al 2028, lasciando il SSN largamente sottofinanziato».
Vedremo come tutto questo si tradurrà nel concreto.

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