“Oltre il dolore, manifesto sociale contro la sofferenza” è il documento sviluppato dalla Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva e condiviso da molte società scientifiche e associazioni di pazienti: Associazione Italiana di Fisioterapia, Associazione Italiana Studio Dolore, Ostetrici Ginecologi Ospedalieri, Società Italiana di Diabetologia, Società italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio, Società italiana di Medicina Fisica e Eiabilitativa, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, Società Italiana di Neonatologia, Società Italiana di Nefrologia, Cittadinanzattiva, Fondazione Onda, Italia Longeva, Senior Italia-Federanziani e Federdolore.
Un sostegno così ampio è indice dell’importanza del documento, che intende sostenere le cure palliative e il diritto dei cittadini a non soffrire.
10 punti per 10 emergenze
Nonostante la legge 38/2010 (Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore), le cure palliative non sono ancora diffuse in modo omogeneo su tutto il territorio e sono tanti i nostri concittadini che non possono giovarne. Sarebbero circa 800 mila – 1 milione gli italiani che ogni anno soffrono di dolore cronico severo, definito da un grado da 7 in su nella scala del dolore… dato che raddoppia se prendiamo in considerazione anche coloro che soffrono di dolore cronico moderato. E l’epidemiologia cresce all’aumentare dell’età media dei cittadini e dell’espandersi delle patologie croniche.
Ecco perché «abbiamo deciso di presentare un Manifesto concentrato sul diritto irrinunciabile dei cittadini alla terapia del dolore, perché intendiamo – insieme a molte società scientifiche – alzare il livello di attenzione sociale, istituzionale e organizzativo verso una condizione diffusa e drammatica di sofferenza», spiega il presidente di SIAARTI, Antonino Giarratano.
Il primo obiettivo è diffondere la conoscenza della legge 38, ancora poco nota a due italiani su tre, benché sia effettiva da oltre dieci anni.
Occorre inoltre lavorare perché questa legge venga applicata in modo uniforme su tutto lo stivale.
Ecco i 10 punti dell’accesso alla terapia del dolore:
- un diritto esigibile, perché sancito dalla legge
- un diritto diffuso e omogeneo, che deve quindi essere presente in egual modo su tutto il territorio nazionale
- un diritto correttamente dimensionato, che significa che occorre valutare la reale esigenza di centri per la terapia del dolore necessari su un territorio
- un diritto senza attese… è importante che i centri per la terapia del dolore abbiano il personale e le attrezzature adeguate ad assicurare accesso a tutti coloro che ne hanno bisogno, annullando le liste d’attesa
- un diritto per le maggiori fragilità, il che significa che i soggetti fragili devono poter accedere ai servizi palliativi ogni volta che ne abbiano bisogno
- un diritto assicurato da competenze multidisciplinari specifiche, il che richiede che tutti i professionisti coinvolti ricevano formazione di qualità, adeguata, continua, basata sulle evidenze
- un diritto basato sulla ricerca indipendente sostenuta dalle agenzie governative, perché solo in questo modo si possono individuare farmaci innovativi
- un diritto supportato dalle tecnologie digitali, perché telemedicina, teleconsulto e telemonitoraggio possono facilitare l’accesso alle terapie a chi ne ha bisogno
- un diritto monitorato, nel senso che è importante valutare nel tempo il livello di implementazione della legge 38 nei diversi territori
- un diritto comunicato, perché solo se si sa di avere un diritto lo si può richiedere.
Stefania Somaré