Drg da rivedere: il parere di Assobiomedica

Delledonne DanielaLo scorso 15 febbraio 2016 si è svolto un interessante convegno organizzato dall’Associazione culturale Giuseppe Dossetti e incentrato sul tema spending review, payback e Drg nei ventuno sistemi sanitari regionali, con particolare rilievo alla fibrillazione atriale e all’ictus cardioembolico. Nel corso della giornata è stata presentata la proposta di revisione dell’Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione (Aiac) del sistema di codifica e rimborso delle procedure di elettrofisiologia, in Italia. Una proposta che parte da uno studio, intitolato “Inadeguatezza del sistema di codifica e rimborso delle procedure di elettrofisiologia in Italia: identificazione delle criticità e proposta di revisione”, svolto in collaborazione con Assobiomedica e che dimostra come rimodulando il rimborso per i ricoveri con procedure solo diagnostiche, in elettrofisiologia si potrebbero risparmiare e quindi reinvestire 18 milioni di euro per le procedure di ablazione semplici e complesse, distinguendo la complessità dei casi trattati e misurando il livello di assorbimento delle risorse. «In questo modo», sottolinea Daniela Delledonne (nella foto), presidente dell’Associazione Biomedicali di Assobiomedica, «verrebbe garantita ai cittadini equità di accesso a prestazioni e tecnologie innovative per la cura della fibrillazione atriale». E ancora: «Le imprese di dispositivi medici investono il 6,3% del loro fatturato in ricerca e innovazione, sviluppando prodotti tecnologicamente avanzati che contribuiscono a curare al meglio i pazienti e spesso riducono i costi di gestione di determinate patologie. I tagli lineari e le spending review hanno finora limitato fortemente l’accesso dell’innovazione tecnologica nel nostro Paese a discapito dei pazienti e delle cure. È quindi necessario che il Servizio sanitario nazionale si doti di nuove modalità di valutazione e riconoscimento dei dispositivi innovativi, garantendone un accesso tempestivo, appropriato e sostenibile a beneficio dei pazienti. Ci auguriamo che con il tavolo dell’innovazione del Ministero della Salute tutto questo sarà possibile non solo definendo metodi e processi gestiti a livello centrale, con regole di governo dell’innovazione chiare e condivise da tutti gli attori del sistema, ma anche introducendo codici di rimborso specifici che consentano il tempestivo riconoscimento dell’innovazione e di conseguenza la razionalizzazione delle risorse attraverso investimenti su tecnologie, che spesso inducono risparmi evidenti».

Stefania Somaré