Corso di laurea in Scienze Infermieristiche: iscritti in calo ai test d’ingresso

I dati relativi agli iscritti al corso di laurea in Scienze Infermieristiche sono in calo. Infatti, i numeri evidenziano come il totale delle domande non coprirà nell’immediato il numero di posti messi a bando.

Il progressivo aumento, negli anni, della disponibilità di posti, chiesto con forza da Regioni e Province Autonome e Ordine professionale, non è andato di pari passo con un’analoga crescita di iscrizioni ai test. 

Dagli inizi del 2000 a oggi i posti a bando sono passati dai 10.614 del 2001 ai 20.699 attuali, ma il numero delle domande è stato altalenante, dai picchi del 2010 alle circa 19 mila persone attese quest’anno. 

Tuttavia, da questo anno accademico, a conclusione del semestre filtro istituito a Medicina, per la prima volta si riverserà su Scienze Infermieristiche una quota significativa delle migliaia di studenti che andranno fuori graduatoria.

«In questo delicato anno accademico, sarà fondamentale analizzare, oltre il numero attuale dei partecipanti ai test, il numero finale di iscritti al primo anno di Infermieristica.
Malgrado il crollo da più parti paventato e dato per scontato, la professione tiene e siamo orgogliosi degli sforzi compiuti con Ministeri, Regioni e Università per garantire un numero sempre maggiore di posti a bando.
Le richieste di accesso non aumentano con la stessa proporzionalità, ma ciò accade nel contesto di un calo demografico che ormai impatta sul numero complessivo di studenti universitari e che ci preoccupa non poco per la tenuta futura del sistema sanitario», ha dichiarato la Fnopi.

Attualmente in Italia circa due diplomati su tre decidono di proseguire il proprio percorso formativo con l’università: un dato lontano dai livelli registrati all’inizio degli anni Duemila, quando la percentuale si attestava al 75%.

Il boom tra i giovani diplomati delle lauree telematiche, inoltre, non migliora certamente i dati di Infermieristica, trattandosi di una laurea triennale abilitante che prevede, sin dal primo anno, una intensa attività di tirocinio sul campo e un numero ridotto di insegnamenti fruibili a distanza.

Per la Fnopi, tra le cause strutturali di questo calo di appeal sono certamente da considerare:

  • mancanza di prospettive concrete di carriera
  • retribuzioni inadeguate a fronte di responsabilità crescenti
  • carichi di lavoro eccessivi
  • difficoltà di conciliare vita lavorativa e familiare
  • scarso riconoscimento sociale, con limitazioni ancora forti dell’esercizio libero professionale tipico di gran parte delle professioni mediche e sanitarie.

«Occorre un investimento strutturale, già da questa legge di bilancio, su tutte le leve che possano rendere più attrattive le professioni di cura, senza ricorrere a soluzioni tampone, con scarse prospettive», ha sottolineato Fnopi.

Inoltre, sarebbe necessario ampliare il lasso temporale dedicato alle iscrizioni ai test, pubblicando i bandi con maggiore anticipo.

Tuttavia, il numero complessivo di laureati in Scienze Infermieristiche cresce costantemente: nel 2004 il totale si aggirava attorno 8.866, a distanza di vent’anni, nel 2024, sono salito a quota 11.404 (+28,6%).