European Children’s Hospital Organisation (Echo) è un’alleanza stretta tra i principali ospedali pediatrici europei, tra cui il Meyer di Firenze, con l’obiettivo di dare la massima risonanza ai diritti dei bambini, in particolare quelli relativi alla salute. Le altre strutture che fanno parte del network sono il Sant Joan de Deu Children’s Hospital di Barcellona, il Children’s Hospital Group di Dublino, HUS Children’s Hospital di Helsinki, il Great Ormond Street Hospital di Londra, il Necker-Enfants Malades Hospital di Parigi e lo Schneider Children’s Medical Center di Tel Aviv. Al momento il Meyer è l’unico ospedale italiano a fare parte di questa rete.
«Un’organizzazione di ospedali pediatrici che attraversa l’Europa è un’opportunità unica per mettere insieme istituzioni che condividono una missione comune e fronteggiano sfide simili», ha spiegato Alberto Zanobini, direttore generale del Meyer. «Questa iniziativa è di particolare rilievo in quanto aggrega attorno a un valore universale come la difesa dei diritti dei bambini a una vita sana e a un accesso alle cure migliori, interessi che superano i confini nazionali».
L’obiettivo principale di Echo è aumentare, attraverso azioni sinergiche, la consapevolezza dei diritti dei bambini e delle loro peculiari esigenze cliniche, con azioni mirate anche a livello di Unione Europea. Ma non solo. Il lavoro congiunto su temi riguardanti l’innovazione, la ricerca e la formazione promuoverà soluzioni che miglioreranno gli esiti dell’assistenza pediatrica; il confronto tra realtà di eccellenza permetterà di identificare approcci sostenibili alla cura dei bambini con malattie complesse e croniche. Altrettanto promettenti gli sviluppi che la condivisione delle conoscenze apporterà alla formazione di tutti i professionisti che curano i bambini.
In futuro, l’accordo sarà declinato in una serie di attività specifiche che riguarderanno vari campi: l’organizzazione di eventi e gruppi di lavoro congiunti per costituire una base di conoscenza comune; la messa a punto di metodi di misurazione degli standard qualitativi e quantitativi (un confronto particolarmente utile dato che queste realtà ospedaliere si trovano a operare in contesti socio-sanitari più simili tra loro, rispetto ai centri di cura statunitensi); lo sviluppo di un sistema per lo scambio di professionisti in un’ottica di formazione continua e reciproca e il supporto di progetti innovazione congiunti.