ECMO, prime linee guida per uso pediatrico

Sono 36 le raccomandazioni cliniche stilate dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma sull’uso dell’ECMO in pazienti trapiantati di cellule staminali ematopoietiche in età pediatrica. Non è infrequente che questi pazienti vadano incontro, nei giorni successivi al trapianto, a eventi infettivi o a casi di insufficienza di organo, in particolare a carico di polmoni e cuore: in tutti questi casi, è richiesto il ricovero in Terapia Intensiva Pediatrica.

In queste situazioni, l’ECMO può diventare un supporto fondamentale per dare modo ai piccoli pazienti di superare il momento di crisi. Importante sottolineare che queste sono le prime indicazioni a disposizione di rianimatori, oncoematologi e medici di emergenza sul tema.

Alla stesura, coordinata dal dottor Matteo Di Nardo, Responsabile ECMO dell’ospedale romano, hanno collaborato alcune associazioni europee: ELSO (Extracorporeal Life Support Organization), PALISI (Pediatric Acute Lung Injury and Sepsis Investigators Network, EBMT (Pediatric Diseases Working Party della European Society for Blood and Marrow Transplantation), la commissione “cure di supporto” del PTCTC (Pediatric Transplantation and Cellular Therapy Consortium) e il gruppo POKER (Pediatric Intensive Care Oncology Kids in Europe Research) della ESPNIC (European Society of Pediatric and Neonatal Intensive Care). Uno dei punti più importanti riguarda il consenso della comunità scientifica all’uso dell’ECMO per gestire l’insufficienza cardio-respiratoria in questi pazienti, purché trapiantati per malattia ematologica benigna o maligna a basso rischio di recidiva.

In caso contrario, il rischio di peggiorare lo stato di salute del paziente sarebbe troppo elevato. Inoltre, il documento sottolinea l’esigenza di attendere che la conta dei globuli bianchi e delle piastrine cresca, prima di utilizzare la circolazione extracorporea: questa è indice di un buon esito. In caso di attecchimento inadeguato, invece, l’ECMO risulta essere controindicata. Altri punti importanti riguardano le terapie cellulari da utilizzare: il documento raccomanda che si usino i linfociti del donatore o selezionati da una biobanca, se occorre trattare agenti patogeni specifici… in ogni caso, meglio che questi linfociti siano ingegnerizzati per poter essere facilmente eliminati in caso di eventi avversi.

Pubblicato su “Lancet Child and Adolescent Health”, il documento si concentra anche su alcune questioni etiche relative all’uso dell’ECMO in questi pazienti. In particolare, pone l’attenzione sull’esigenza di coinvolgere la famiglia nella scelta del trattamento e nella discussione su benefici e potenziali rischi associati al trattamento. Questa alleanza terapeutica è fondamentale per garantire i migliori risultati clinici ai bambini.

(Lo studio: Matteo di Nardo et al. Extracorporeal membrane oxygenation in children receiving haematopoietic cell transplantation and immune effector cell therapy: an international and multidisciplinary consensus statement. Lancet Child and Adolescent Health. DOI:https://doi.org/10.1016/S2352-4642(21)00336-9)

Stefania Somaré