Ecografia vs RM abbreviata per diagnosi di carcinoma epatico in pazienti cirrotici

Il tumore primario al fegato è il sesto tumore per frequenza al mondo e il secondo per mortalità. Più diffuso in Asia rispetto a Europa e Stati Uniti è spesso causato dal virus dell’epatite C e dell’epatite B.

In Italia vengono diagnosticati poco meno di 13.000 tumori primari di fegato ogni anno, con un rapporto di 2:1 tra uomini e donne. Nel sesso maschile, inoltre, l’incidenza cresce rapidamente con l’età, passando da 3 casi ogni 100.000 prima dei 45 anni a 32 casi ogni 100.000 tra i 60 e i 64 anni.

Dopo i 75 anni l’incidenza sale a 62 casi ogni 100.000. Come detto, la cirrosi sembra essere una delle cause di sviluppo di questa neoplasia, il che rende lo screening dei pazienti cirrotici una pratica importante per valutare la presenza o meno del tumore. Sembra, infatti, che oltre il 5% dei pazienti con cirrosi epatica sviluppa il cancro del fegato.

Questo screening viene spesso condotto con un’ecografia epatica, spesso proposta ogni 6-12 mesi.

Uno studio condotto tra Stati Uniti e Singapore indica la Risonanza Magnetica come il miglior strumento per individuare il carcinoma epatico in pazienti con cirrosi epatica non alcolica. Secondo gli autori, infatti, la presenza dei noduli tipici della cirrosi può rendere difficile l’esame ecografico, mentre la RM sarebbe più precisa.

Certo, ci sarebbe un problema di costi: un esame ecografico è più economico di uno con risonanza. Ben consapevoli di ciò, gli autori propongono un’indagine breve con RM, che sarebbe però sufficiente per ottenere un buon risultato.

54 i soggetti coinvolti nello studio, per lo più donne (67%): tutti sono stati sottoposti sia a un esame ecografico che a una RM con “fase epatobiliare abbreviata” usando come mezzo di contrasto l’acido gadoxetico.

Gli autori hanno poi messo a confronto i risultati ottenuti. Per 19 partecipanti i tecnici hanno avuto severe limitazioni a vedere il fegato con l’ecografia, mentre solo 10 con la RM. In 17 casi, invece, l’ecografia ha permesso di visualizzare meno del 90% del fegato, mentre ciò è accaduto solo in 1 caso con la RM.

Già questi esiti mostrano come la RM sia migliore dell’ecografia nel consentire di visualizzare tutto il fegato alla ricerca di carcinoma: l’ecografia è risultata inadeguata in un terzo dei casi, mentre la RM solo in un sesto. Gli autori suggeriscono, quindi, che in quei soggetti in cui l’ecografia si mostra inadeguata, si faccia una seconda ricerca utilizzando la RM.

Si potrebbe anche suggerire che la RM con “fase epatobiliare abbreviata” diventasse il gold standars per lo screening del carcinomaa epatico nei soggetti obesi, ma per farlo occorre prima confermare la correlazione tra obesità è difficoltà di visualizzazione con l’ecografia.

Lo studio ha visto la partecipazione dell’Università della California di San Diego e l’Università Nazionale di Singapore.

(Lo studio: Huang DQ, Fowler KJ, Liau J, Cunha GM, Louie AL, An JY, Bettencourt R, Jung J, Gitto Z, Hernandez C, Lopez SJ, Gupta H, Sirlin CB, Marks RM, Loomba R. Comparative efficacy of an optimal exam between ultrasound versus abbreviated MRI for HCC screening in NAFLD cirrhosis: A prospective study. Aliment Pharmacol Ther. 2022 Feb 28. doi: 10.1111/apt.16844. Epub ahead of print. PMID: 35229334)

Stefania Somaré