Efficienza, sicurezza e tecnologia all’avanguardia per la sanità privata

Un nuovo Blocco operatorio con Centrale di sterilizzazione e un nuovo reparto di degenza confermano il percorso di profondo adeguamento strutturale, impiantistico e tecnologico della Casa di Cura La Madonnina di Milano.

Ing. Marc Juliard – Gruppo San Donato

«Gli interventi completati di recente avevano come principale obiettivo l’adeguamento normativo ai requisiti strutturali generali e specifici degli spazi dedicati all’attività chirurgica e di ricovero», afferma l’ing. Marc Juliard, responsabile dell’Ufficio Tecnico della Casa di Cura La Madonnina, «senza comprometterne la continuità del servizio.

Il Blocco operatorio preesistente era articolato in due aree distinte e comunicanti, poste ai piani 2 e 3 del corpo basso della clinica, e metteva a disposizione complessivamente 6 sale operatorie.
Il nuovo Blocco operatorio è stato realizzato al piano 7 del corpo alto, mediante la ristrutturazione di un ex reparto di degenza, in modo da consentire il trasferimento dell’attività chirurgica senza interruzione del servizio.

Le nuove 5 sale operatorie sono affiancate da tutti gli spazi di supporto e servizio e sono equipaggiate da impianti tecnici e tecnologie all’avanguardia. Contestualmente è stato ristrutturato anche il piano 8, che ora ospita la nuova centrale di sterilizzazione, al servizio dell’intera clinica, e le nuove centrali di trattamento dell’aria.

In pratica abbiamo realizzato un nuovo settore chirurgico completo, allo stato dell’arte dal punto di vista sanitario, organizzativo e normativo, estremamente funzionale rispetto ai corrispondenti reparti esistenti, già dismessi, che saranno oggetto di ulteriori interventi mirati a migliorare ulteriormente l’offerta di servizi della clinica».

L’intervento corona un insieme di opere che hanno profondamente rinnovato la casa di cura…

«Con la sola eccezione del reparto ambulatoriale polispecialistico ubicato a 5° piano, tutti gli altri reparti del corpo alto sono stati ristrutturati, secondo criteri di qualità dell’ambiente costruito e delle dotazioni finalizzate al servizio alberghiero.
La realizzazione del nuovo settore chirurgico, e la conseguente necessità di rinforzare le strutture portanti al piano sottostante, ha fornito l’occasione per riqualificare dal punto di vista edilizio e impiantistico anche il reparto di degenza al piano 6».

Lo spazio della tecnologia

Quali sono i vantaggi più importanti conseguiti dal progetto?
«I benefici rispetto alla situazione precedente sono numerosi», spiega l’arch. Agostino Sepe, direttore dei lavori. «Anzitutto, il nuovo settore chirurgico dispone oggi di spazi, impianti e tecnologie allineati alle esigenze architettoniche, funzionali e gestionali di un edificio ospedaliero contemporaneo.

Arch. Agostino Sepe

La nuova articolazione dei flussi interni ai nuovi reparti e la presenza di collegamenti rapidi e diretti con il resto della clinica costituisce uno degli aspetti più significativi del progetto, sotto il duplice profilo dell’efficienza e della sicurezza del personale e dei pazienti. Allo scopo è stato realizzato anche un volume verticale aggiuntivo, destinato al nuovo elevatore antincendio di servizio utilizzabile anche come montalettighe d’emergenza.

Per quanto riguarda la parte impiantistica i vantaggi sono notevoli non solo per il comfort di pazienti e personale, ma anche per la salubrità dell’aria, per la sicurezza antincendio e per il contenimento dei consumi energetici. Il nuovo power center permette inoltre di impiegare al meglio apparecchiature particolarmente energivore, ad esempio le nuove tecnologie laser destinate agli interventi urologici alimentato con corrente monofase a 63 A.

La profonda riqualificazione impiantistica risponde anche all’esigenza del completo rinnovamento tecnologico delle infrastrutture e delle apparecchiature elettromedicali, dal passamalati automatizzato posto all’ingresso del Blocco operatorio, tavoli operatori con piani trasferibili ai sistemi audio-video integrati a servizio delle équipe, fino alla disponibilità di un robot chirurgico in grado di massimizzare i vantaggi delle procedure mininvasive».

Soluzioni costruttive evolute

Quali sono state, invece, le principali difficoltà incontrate e come sono state risolte?
«Intervenire su un edificio risalente agli anni ‘50, che ospita funzioni complesse come quelle sanitarie, nasconde sempre qualche insidia», riprende l’ing. Juliard. «In questo caso è stato necessario rinforzare le strutture portanti perimetrali e i solai del piano 7, per permettere la regolarizzazione dei prospetti funzionali alla realizzazione del Blocco operatorio.

Anche le murature dei vani scala e ascensore e i nodi fra pilastri e travi sono stati rinforzati, applicando strati di fibre annegate in sottili strati di resine sintetiche. Questi interventi sono stati effettuati in coerenza con il programma di consolidamento strutturale che, in ottica antisismica, interessa da anni l’intera clinica».

«I ridottissimi spazi a disposizione del cantiere e le difficoltà di accesso all’area della casa di cura da parte dei mezzi d’opera e di trasporto dei materiali hanno rappresentato la principale complessità durante i lavori», conclude l’arch. Sepe. «La costruzione del nuovo volume per l’elevatore esterno, ad esempio, è stata caratterizzata dalla necessità di realizzare l’opera in spazi ristretti e con un’estrema precisione.

In questo caso la progettazione della struttura portante in elementi d’acciaio prefabbricati è stata effettuata utilizzando sistemi BIM, sulla base di un rilievo effettuato con tecnologia laser scan. Il ricorso a queste soluzioni all’avanguardia ha consentito il completamento della costruzione in un solo mese di lavori».

Giuseppe La Franca
architetto