Elettroporazione nei pazienti con fibrillazione atriale

Dallo studio Manifest 17K conferme sull’efficacia e sulla sicurezza dell’elettroporazione in fibrillazione atriale.

In Italia sono circa due milioni i pazienti affetti da fibrillazione atriale, il più comune disturbo del ritmo, responsabile di circa il 20% di tutti gli ictus ischemici.
Il trattamento standard è l’ablazione, comunemente effettuata con tecnica criotermica o radiofrequenza. Un’altra possibilità consiste nell’uso dell’elettroporazione, ultima in ordine di arrivo e, forse, la meno invasiva.

Per comprendere la reale portata dell’elettroporazione nel trattamento della fibrillazione atriale e confrontarla con le tecniche più consolidare, un network internazionale ha condotto lo studio Manifest 17K che ha coinvolto, come dice il nome stesso, 17 mila 642 pazienti trattati in 106 Centri mondiali.

Tra questi Centri c’è anche il Dipartimento di aritmologia ed elettrofisiologia dell’ospedale ad Alta Specialità Maria Cecilia Hospital di Cotignola (RA), di GVM Care & Research. Altri Centri italiani coinvolti sono l’Ospedale Isola Tiberina Gemelli di Roma, la Clinica Montevergine Clinic di Mercogliano (AV), l’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche (AN), l’Ospedale San Bortolo di Vicenza e l’Ospedale dell’Angelo di Mestre (VE). Hanno infine partecipato anche due Università nostrane, la Statale di Milano e l’Università Politecnica delle Marche.

Lo studio e i suoi risultati

Pubblicato su Nature Medicine, lo studio ha coinvolto retrospettivamente, come detto, più di 17 mila pazienti affetti da fibrillazione atriale e trattati con elettroporazione, ovvero con una serie di impulsi elettrici di brevissima durata. Gli autori si sono in particolare concentrati sulla sicurezza della tecnica, valutando quindi le possibili complicanze a essa correlate.

Come si legge nell’abstract dell’articolo, non si sono manifestate complicanze a carico del tratto esofageo e tantomeno stenosi della vena polmonare o paralisi frenica persistente. Tra gli effetti collaterali maggiori rilevati ci sono il tamponamento pericardico, occorso nello 0,36% dei pazienti, ed eventi vascolari, presenti nello 0,30%. Molto raro l’ictus (o,12%) e ancora meno la morte (0,03%).

Infine, sono stati registrati dei casi di spasmo coronarico (0,14%) e scompenso renale acuto dovuto a emolisi, con necessità di dialisi (0,03%). Si tratta comunque di pochi casi, considerati quelli coinvolti.

Il dott. Saverio Iacopino, coordinatore del dipartimento aritmologia ed elettrofisiologia di Maria Cecilia Hospital, commenta: “la pubblicazione dei risultati di questo lavoro su una delle più autorevoli riviste specializzate al mondo ne dimostra l’estrema rilevanza e ufficializza il trattamento della fibrillazione atriale parossistica con una metodica innovativa, perché non impiega radiofrequenza o crioablazione, ma brevissimi impulsi elettrici della durata di 2 secondi che vanno a colpire in maniera mirata solo le cellule malate, senza intaccare le strutture circostanti, come nervo frenico, esofago e vena polmonare. Questo si traduce in un tasso di eventi avversi quasi nullo, maggiore sicurezza e tempi procedurali ridotti, a beneficio del paziente”.

Vantaggi aggiuntivi alle tecniche più note

Sempre il dott. Iacopino spiega poi quali sono i vantaggi aggiunti che l’elettroporazione offre al paziente e al medico rispetto alle tecniche più convenzionali: “nonostante l’ablazione con tecnica standard, criotermica o a radiofrequenza, sia oggi estremamente efficace e sicura, questo studio ci conferma che a parità di efficacia l’elettroporazione offre importanti vantaggi per il paziente e per l’operatore in termini di rapporto rischio-beneficio, approccio anestesiologico e massima tolleranza per il paziente, curva di apprendimento molto breve per gli operatori ed efficienza procedurale. Questo candida la procedura a divenire la prima linea di trattamento per pazienti con fibrillazione atriale parossistica.

Nel caso specifico di Maria Cecilia Hospital, l’elevato volume di procedure con tutte le tecniche attualmente disponibili – termica a caldo e a freddo ed elettroporazione – consente di poter scegliere per il paziente l’approccio più indicato, sartoriale”.
Nell’ospedale ravennate la tecnica ablativa con elettroporazione è stata introdotta nel 2022.

Lo studio: Ekanem E., Neuzil P., Reichlin T. et al. Safety of pulsed field ablation in more than 17,000 patients with atrial fibrillation in the MANIFEST-17K study. Nat Med 30, 2020–2029 (2024). https://doi.org/10.1038/s41591-024-03114-3