Evitare le infezioni in sala operatoria

Nelle sale operatorie è di primaria importanza mantenere un ambiente asettico allo scopo di evitare infezioni. Nonostante gli accorgimenti, rimane difficile contrastare la carica batterica che viene a crearsi sul campo operatorio.

Uno dei metodi per mantenere la carica batterica a bassi livelli è il flusso d’aria laminare, che però non costituisce una soluzione definitiva poiché ci sono fattori che possono influenzarne negativamente il funzionamento.

Nelle sale operatorie è di primaria importanza mantenere un ambiente asettico allo scopo di evitare infezioni. Nonostante gli accorgimenti, rimane tuttavia difficile contrastare la carica batterica che viene a crearsi sul campo operatorio.

Uno dei metodi per mantenere la carica batterica a bassi livelli è il flusso d’aria laminare: “A ventilation system in an operating theater (OT) is able to provide a clean surgical environment, and it plays an important role in the prevention of contamination through airborne particles” (Traversari et al., 2016 p. 40). Il flusso d’aria laminare è un flusso costante di aria pulita che aiuta a mantenere al minimo il rischio di infezioni batteriche.

“In the absence of perforation of surgical gloves, the principal causes of infection are bacteria remaining following preparation of the skin or airborne bacteria which inoculate the surgical site” (Refaie et al., 2017, p. 1061).

Il flusso laminare non è tuttavia una soluzione definitiva poichè ci sono fattori che possono influenzarne negativamente il funzionamento: “It has been revealed that the air current in the operating room with a vertical laminar airflow system is influenced, leading to the contamination of surgical field, surgical staffs, and door opening” (Kay et al.: 2019, p. 1).

Il calore emesso dalle lampade scialitiche disturba il flusso laminare: “the disturbance of laminar air flow by the surgical light is influenced by its electrical power, its surface area, its shape and position above the operating table and its angulation” (Knulst: 2009 B, p. 322).
Allo scopo di risolvere questo problema, molti produttori modificano la forma della lampada convinti, in questo modo, di ridurne l’impatto.

Ciononostante, questa scelta non è funzionale all’obiettivo. La forma dell’oggetto colpito dal flusso laminare, in questo caso la lampada, è ininfluente rispetto alla turbolenza del flusso generata. Forme particolari del riflettore risultano tantopiù non necessare tenuto conto dei requisiti normativi per la valorizzazione della turbolenza.

La norma DIM 1946-4:2008, richiede infatti che il calcolo della turbolenza sia effettuato con il riflettore della lampada inclinato a 45 gradi. Pertanto, forme particolari (vedi soluzioni di riflettori con buchi) risultano inulti. Ad incidere sulla turbolenza è infatti il calore raggiunto dal corpo posto sotto il flusso: maggiore la sua temperatura, maggiore la turbolenza. Un approccio più incisivo per la risoluzione del problema è quello di ridurre il calore disperso dalla cupola della lampada. L’elemento disturbante del flusso laminare è infatti il calore.

Figura 1. Confronto di due lampade a diversa temperatura posizionate come richiesto dalla norma ed effetto sul flusso laminare

Per ridurre il calore è quindi importante considerare il calore durante le fasi di progettazione del prodotto ed è per questo che RIMSA progettando i suoi prodotti predilige materiali ad alta dissipazione: le strutture e le cupole delle lampade Rimsa sono prodotte in alluminio pressofuso, in questo modo il calore radiato dalla testa è effettivamente ridotto; inoltre, le componenti interne della lampada – i PCB LED– sono prodotte in alluminio, rame e ceramica, riducendo, alla fonte, il calore prodotto dai LED. Questa scelta permette di diminuire la temperatura di giunzione dei LED e allungare conseguentemente la vita del prodotto oltre che a migliorare la compatibilità con il flusso laminare.

L’impatto delle lampade scialitiche sul flusso d’aria laminare è stato materia legislativa dello standard DIN 1946-4:2008 che fissa l’intensità massima di turbolenza al 37,5%. Rimsa è stata certificata conforme allo standard in uno studio in collaborazione con il Politecnico di Milano, che ha testato i valori relativi al modello UNICA.

I dati sull’intensità di turbolenza misurati durante la campagna di test dei due modelli di lampade scialitiche Rimsa sono rigorosamente al di sotto del valore massimo (37,5%) (Standard Annex E DIN 1946- 4:2008). Per il modello UNICA 520 a lampada accesa, il livello massimo di turbolenza misurato è del 15,4% e per il modello UNICA 860 a lampada accesa, il valore massimo misurato è del 15,8%.

Si può affermare che, usando queste due lampade scialitiche nelle sale operatorie dotate di flusso laminare, il limite di accettabilità del test di sistema per i satelliti e le luci chirurgiche (37,5% livello di turbolenza massimo) viene ampiamente superato (Grassi, Report n. 934, October 2018).