Le moderne tecnologie, e le conoscenze acquisite nei decenni dagli specialisti, consentono oggi di salvare molti bambini nati pretermine. Nella Terapia Intensiva Neonatale (TIN) luci e suoni sono tutt’altro che lievi, questo impatta enormemente su un sistema nervoso centrale ancora non sviluppato e incapace di gestire al meglio gli stimoli ricevuti. A questa situazione, di per sé sfidante e stressante, si aggiunge il dolore associato alle frequenti, quanto necessarie, procedure condotte da infermieri e medici. Per riuscire a sopportare questa prima fase di vita, i piccoli neonati richiedono cure e attenzioni particolari: si parla di Care Neonatale, un concetto che è andato arricchendosi nel corso dei decenni fino a includere i genitori nell’équipe terapeutica.
Il ruolo dei genitori
Ciò che si è osservato, nel tempo, è che i neonati pretermine messi in condizione di essere curati, nutriti, cullati dai propri genitori, generalmente dormono meglio e più a lungo, mangiano di più e, quindi, crescono più velocemente. Al contempo, l’affidare un ruolo chiave nella cura del neonato ai genitori favorisce lo sviluppo del bonding, li prepara al percorso domiciliare che verrà, li rassicura e li fa sentire meno impotenti.
Si parla, oggi, di Family Centered Care: un percorso altamente personalizzato, che richiede al personale della TIN di osservare con attenzione le minime reazioni del neonato e di scegliere percorsi che siano il meno invasivi possibili, dando un ruolo anche ai genitori che devono essere adeguatamente formati. Obiettivo primario è quello di consentire al prematuro di proseguire il proprio percorso di sviluppo e diventare forte a sufficienza da poter lasciare l’ospedale. La partecipazione dei genitori a questo percorso è così importante da essere inserito negli Standard Assistenziali Europei per la Salute del Neonato.
La Neuroprotective Care
I problemi di salute che il neonato pretermine si trova a dover affrontare dipendono in gran parte dall’età gestazionale in cui nasce. Tuttavia, il ruolo dello sviluppo del sistema nervoso, centrale e periferico, è essenziale perché porta messaggi al resto del corpo. Per questo, si parla anche di Neuroprotective Care, ovvero una serie di azioni che consentono di ridurre lo stress sperimentato dal piccolo: salvaguardare il sonno e il riposo dei neonati ricoverati in TIN grazie all’intervento dei caregivers e al contatto precoce con i genitori, adottando lo skin to skin; posizione e contenimento dei neonati prematuri; protezione della cute; minimizzare lo stress; nutrizione adeguata; collaborare con le famiglie per sostenere i genitori nel ruolo di caregiver e promuovere un attaccamento sicuro e un ambiente accogliente e curativo per ridurre al minimo l’impatto negativo della TIN.
Questo principio si compone, dal punto di vista pratico, di un approccio globale che prevede l’utilizzo combinato di tecniche farmacologiche e non farmacologiche, associate a interventi ambientali e assistenziali, in cui sono coinvolti anche i genitori, così da ottenere un migliore controllo di stress e dolore. Spiega il Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN), Luigi Orfeo: «conforto adeguato, riconoscimento e trattamento del dolore sono, quindi, alla base dell’assistenza neonatologica e nostro compito è quello di diffondere tra neonatologi e infermieri le più recenti evidenze scientifiche e tutti i progressi disponibili a garanzia delle migliori cure possibili per i nostri neonati».