Finanziaria 2025: spunti da Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up

In questi giorni il Governo sta lavorando alla Finanziaria 2025 e le richieste da parte delle diverse associazioni di categoria sono tantissime. L’appello generalizzato è a risare valore al nostro SSN e, più in generale, di aumentare la spesa sanitaria. Dati del 2023 ricordano che l’Italia è al 16esimo posto per spesa sanitaria in Europa, pari al 6,2% del PIL, inferiore sia alla media europea del 6,8%, sia a quella OCSE del 6,9%.

Per questo Anaao Assomed ha di recente espresso il proprio punto di vista, nelle parole del segretario nazionale, Pierino di Silverio. Si sono uniti all’invettiva anche Guido Quici, presidente nazionale Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, presidente Nursing Up.

“Il nostro principale obiettivo è favorire provvedimenti che risollevino il SSN dallo stato di agonia in cui versa da anni e di rendere più appetibile le nostre condizioni di lavoro, mettendo un argine alle fughe di colleghe e colleghi molto prima dell’età di quiescenza”.

I consigli delle tre sigle

Al grido di “Nessuno pensi di continuare a fare cassa sulla pelle del Servizio Sanitario Nazionale e dei suoi professionisti”, di Silverio, Quici e De Palma sottopongono al Governo alcuni spunti di riflessione. Il primo: non pensare al rilancio del SSN solo con finanziamenti, ma anche con leggi ad hoc.

In particolare, viene chiesta una “profonda riforma del Ssn ormai datata al 1992 con il decreto legislativo n. 502 non più compatibile con le profonde trasformazioni susseguitesi nei decenni”.

Il secondo punto riguarda invece le assunzione: è fondamentale rendere appetibile lavorare per il SSN, con un aumento delle retribuzioni, finanziamenti adeguati al rinnovo dei contratti, sia per chi opera nel settore pubblico, sia per chi nel settore privato. Inoltre, occorre distinguere le risorse destinate alle specificità sanitarie.

Punto tre: defiscalizzare l’indennità di specificità medica, raddoppio di quella infermieristica ed estensione alle ostetriche… perché tutti i professionisti sanitari meritano un trattamento migliore, pena il rischio che scappino verso altre realtà più remunerative. Il punto quattro prevede di contrattualizzare gli specializzandi. Da ultimo, si chiede che la professione assistenziale venga riconosciuta come usurante, con le dovute conseguenze sull’età pensionabile.

Le tre sigle concludono: “chiediamo un forte impegno da parte del Governo che questa volta deve dimostrare se davvero intende difendere il diritto alla salute, unico principio espressamente dichiarato fondamentale nella Costituzione Italiana, o se intende portare alla deriva il nostro SSN. Noi ci comporteremo di conseguenza”. Aspettiamo di vedere se queste parole verranno ascoltate o meno.