Flashmob SIMEU, medici e infermieri in piazza

Medici e infermieri della Società Italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza – SIMEU sono scesi in piazza a Roma giovedì 17 novembre per un flash mob di fronte alla sede del Ministero della Salute per riaccendere i riflettori sulla situazione di grave crisi dei Pronto Soccorso e dei reparti di Urgenza. Il ministro della Salute Orazio Schillaci si è detto disponibile ad avviare una collaborazione tecnica.

La Medicina di Emergenza-Urgenza è un settore cruciale per la tenuta del SSN, ma in grave crisi: la mancanza di dirigenti medici nei reparti di urgenza si attesta intorno alle 5 mila unità. A fronte di questa carenza, solo un quarto delle figure viene rimpiazzata da medici non dipendenti del SSN con tipologie di rapporto classificate come atipiche, mentre i restanti tre quarti non vengono sostituiti tout-court, con un aggravio enorme sui medici in servizio impegnati a garantire la copertura dei turni. Più semplicemente, mancano 3 medici su 10.

Attività dei Pronto Soccorso e incredibili tempi d’attesa

A fronte di una media annua di circa 20 mila accessi, l’82% dei pazienti viene gestita in Pronto Soccorso e dimessa entro le successive 48 ore; il 14%, pari a 2,8 milioni di soggetti, viene ricoverato in reparti ospedalieri, con un tempo di attesa del posto letto estremamente variabile, ma che certamente supera gli standard internazionali di 6 ore.

In media, l’attesa si attesta a 9 ore, anche se in molti contesti locali essa è di molto superiore, arrivando fino a 3 giorni; il restante 4% di pazienti, pari a 800 mila, permane in Pronto Soccorso per periodi superiori alle 48 ore – 300.000 di essi più di 72 ore – per poi essere dimessi.

Si tratta di pazienti che vengono gestiti impropriamente dal personale dei Pronto Soccorso che non dovrebbe più averli in carico dopo aver terminato la valutazione e identificato il percorso di soluzione. Si tratta di condizioni cliniche e assistenziali che non trovano risposte né a livello territoriale né a livello ospedaliero, a volte neanche familiare.

I decessi in Pronto Soccorso

Dato ancor più sconcertante è quello relativo ai decessi in Pronto Soccorso dopo oltre 24 ore dall’arrivo, un tempo inadeguato e di gran lunga superiore a quello previsto per un percorso diagnostico e clinico in urgenza.
Questa condizione interessa, stando alle proiezioni SIMEU, circa 18mila persone, per lo più pazienti fragili che necessiterebbero di una assistenza specifica e di un letto di degenza, indisponibile a causa delle carenze.
Questo numero descrive una condizione di pesantissimo impatto sui pazienti e sulle loro famiglie, al quale si associa il peso che grava, sotto il profilo umano, etico e professionale, sui professionisti costretti a vivere situazioni psicologicamente inaccettabili dettate da carenze organizzative e strutturali.

Il flash mob a Roma

Alla luce di tutto questo, SIMEU è scesa in piazza il 17 novembre a Roma per un flash mob di fronte alla sede del Ministero della Salute al fianco di portavoci di Associazioni di pazienti e cittadini che ne hanno sottoscritto il manifesto in una azione di sensibilizzazione che ha avuto riscontro da parte del Ministero. Camice, stetoscopio e mascherina d’ossigeno sul viso per lanciare l’allarme sulla ‘mancanza di respiro’ per i medici che ogni giorno lavorano nei pronto soccorso italiani. “Vogliamo fare un’azione importante di sensibilizzazione circa la carenza di organico dei pronto soccorso, le attese per i ricoveri e lo stress dei medici. Stiamo vivendo una condizione in cui siamo ‘malati’ come i nostri pazienti”, ha sottolineato Fabio De Iaco, presidente SIMEU. Una delegazione è stata infatti ricevuta dal Ministro Orazio Schillaci.

Tra le richieste più immediate, la necessità di personale in organico e l’inserimento di giovani specializzandi. “Abbiamo parlato della necessità di riconoscere il lavoro in pronto soccorso quale professione usurante per i medici e gli infermieri e del bisogno di progettare un nuovo impianto della struttura ospedaliera, a partire dalla legge di riorganizzazione degli ospedali, la Legge DM 70, sulla quale c’è ancora un lungo lavoro da fare” ha riportato ancora il Presidente SIMEU. Di fronte ad una situazione di sofferenza che non può attendere, il Ministro Schillaci ha dichiarato il proprio impegno ad avviare una collaborazione tecnica.

Il manifesto a salvaguardia del SSN

Il Manifesto SIMEU, condiviso da un ampio numero di associazioni, punta sul fatto che salvare l’Emergenza Urgenza, una branca della medicina che opera in quella ‘golden hour’ che fa la differenza tra la vita e la morte, vuol dire salvare il SSN tout court. Tra i punti salienti: la richiesta di un SSN universalistico, equo e solidale in grado di garantire a tutti il diritto alla salute; la salvaguardia dei Pronto Soccorso e dei reparti di Medicina di Emergenza Urgenza, aperti h24 tutti i giorni dell’anno, vera prima linea del SSN che, nella situazione in cui versano, non sono più in grado di garantire qualità del servizio, incrementando il rischio clinico e le diseguaglianze in sanità. Viene pertanto richiesto un intervento urgente a salvaguardia della Medicina di Emergenza Urgenza per scongiurare la progressiva erosione del servizio sanitario pubblico e un incremento delle figure professionali.
Perché “Salvare l’emergenza urgenza significa salvare le persone”.

Elena D’Alessandri