Favorire la diagnosi precoce, l’equo accesso alle cure e a percorsi specialistici multidisciplinari, promuovere e divulgare una corretta informazione alla classe medica e al paziente. Sono alcuni degli obiettivi del documento “Tumore della prostata e nuove raccomandazioni europee. Strategie di intervento per promuovere l’accesso alla diagnosi precoce”.
Redatto da Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, e rivolto alle Istituzioni, il documento intende fare cultura a largo raggio sulla prevenzione e migliore conoscenza sul tumore della prostata, tra i più diffusi tumori maschili: 40.500 diagnosi stimate in Italia solo per il 2022, pari al 19,8% di tutti i tumori ad appannaggio del maschio, secondo “I numeri del cancro in Italia 2022” di AIOM e AIRTUM.
Linee strategiche
Informazione a ogni ordine e grado e maggiore accessibilità ai servizi di diagnosi e cura: sono i due fronti, sinergici, che possono consentire un’efficace lotta alla diffusione del tumore prostatico.
Le azioni necessarie, delle vere e proprie linee guida sono racchiuse nel documento rivolto alle Istituzioni e alla popolazione, pazienti-caregiver: i target centrali della (in)formazione.
Gli obiettivi chiave che ricalcano alcune priorità già delineate nella “Raccomandazione del Consiglio europeo relativa al rafforzamento della prevenzione attraverso l’individuazione precoce: un nuovo approccio dell’UE allo screening dei tumori”, pubblicata il 29 novembre 2022:
- promuovere una corretta educazione alla salute sessuale e riproduttiva maschile, fin dalla giovane età, abbattendo i tabù e valorizzando il ruolo del medico specialista di riferimento nella sua tutela
- incrementare l’informazione e la consapevolezza sul tumore della prostata: fattori di rischio, ruolo della diagnosi precoce, importanza di sottoporsi regolarmente a controlli specialistici urologici, dopo i 50 anni e 40 in caso di familiarità positiva, pur in assenza di sintomatologia.
- disseminare una informazione corretta su benefici e rischi della diagnosi precoce per il carcinoma prostatico, offrendo un equo e omogeneo accesso a programmi di diagnosi precoce su tutto il territorio alla popolazione interessata e secondo linee guida condivise dalla comunità scientifica
- potenziare il ruolo del medico di medicina generale nella promozione della salute maschile e nella prevenzione attiva primaria e secondaria del tumore della prostata, investendo nella formazione specifica sul territorio nazionale
- promuovere attività di sensibilizzazione sulla prevenzione e diagnosi precoce del tumore della prostata rivolte anche alle donne, “complici” nel favorire una prevenzione urologica attiva da parte del proprio partner.
I numeri
L’incidenza del tumore prostatico è in aumento: il progressivo invecchiamento della popolazione, diagnosi precoci, disponibilità di cure, prevenzione primaria (corretti stili di vita, dieta sana e attività fisica regolare) e secondaria (screening) hanno favorito l’intercettazione di nuovi casi ma anche il migliore controllo della malattia.
Sono circa 564.000 gli uomini convivono con una diagnosi di tumore della prostata.
«Oggi disponiamo di molti strumenti terapeutici altamente efficaci per contrastare la malattia», ha dichiarato Giario Conti, segretario della Società Italiana di Uro-Oncologia, «che possono anche essere combinati fra loro: chirurgia e radioterapia tecnologicamente avanzate, nuovi farmaci innovativi, con differenti meccanismi d’azione», tanto più funzionali in tumori diagnosticati in fase iniziale.
Un ruolo fondamentale nell’identificazione precoce è svolto dalla medicina generale: «responsabilizzazione, monitoraggio e formazione», ha aggiunto Andrea Salvetti, referente per l’Area Oncologica della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, «devono essere i messaggi da trasmettere alla popolazione e agli operatori sanitari per arrivare ad una diagnosi precoce che permetta di curare al meglio questa patologia».
Background conoscitivo
È scarso o nullo. Secondo l’indagine “La consapevolezza sul tumore alla prostata”, realizzata da Fondazione Onda in collaborazione con Elma Research nel 2021, solo tre uomini su dieci si ritengono sufficientemente informati relativamente al carcinoma prostatico, pochi si sottopongono a controlli in assenza di problematiche specifiche o disturbi manifesti.
«Occorre fare attività di sensibilizzazione sulla prevenzione e diagnosi precoce del tumore della prostata rivolte anche alle donne», ha dichiarato Francesca Merzagora, presidente della Fondazione Onda, «il 54% dichiara che gli uomini di fronte a sintomi genito-urinari reagiscono con comportamenti che non favoriscono la condivisione con il medico, minimizzando il problema e temporeggiando.
Bisogna mettere in pratica una strategia di intervento che promuova in modo deciso presso gli uomini la prevenzione di questo tumore, lo screening, la diagnosi precoce e l’accesso a percorsi specialistici multidisciplinari».