Formazione dell’aterosclerosi, nuove scoperte

Tra le cause principali dell’infarto – che sia cardiaco, neurologico o intestinale – vi è l’aterosclerosi, un fenomeno fortemente diffuso nella popolazione a causa di stili di vita non sani.
Alla base di questa patologia vi è un’infiammazione del tessuto che porta a una iper produzione di Interleuchina 1 beta e da qui all’accumulo di cellule infiammatorie e grassi all’interno dei vasi sanguigni, compromettendo nel tempo il normale flusso del sangue.
Un team internazionale di ricercatori potrebbe avere scoperto una molecola in grado di frenare questa malattia.

Lo studio è stato guidato da Ivan Zanoni del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell’Università di Milano Bicocca e pubblicato su Nature Immunology (Endogenous oxidized phospholipids reprogram cellular metabolism and boost hyperinflammation, Marco Di Gioia, Roberto Spreafico, James R. Springstead, Michael M. Mendelson, Roby Joehanes, Daniel Levy & Ivan Zanoni).

In particolare, lo studio ha individuato una serie di sostanze che inducono i macrofagi a produrre più Interleuchina 1 beta, favorendo la creazione delle placche aterosclerotiche.

Spiega Zanoni: «il nostro lavoro ha dimostrato che in particolare l’ossalacetato, un metabolita che si accumula nei macrofagi in seguito a stimolazione con fosfolipidi ossidati, è il vero responsabile della iper-produzione di Interleuchina-1 beta e che, bloccando con particolari farmaci la produzione di ossalacetato, è possibile, nei modelli animali di malattia, inibire la formazione della placca aterosclerotica».

Lo studio, condotto in collaborazione con la Harvard Medical School di Boston su una coorte di oltre 4000 soggetti, apre nuove possibilità terapeutiche.

Stefania Somaré