Saranno cinque le aziende che forniranno dispositivi cardiaci impiantabili di ultima generazione a Consip, che li metterà a disposizione delle aziende sanitarie.
Le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo, così come in Italia, dove sono responsabili di circa il 44% di tutti i decessi (fonte ISS). La maggior parte di queste morti avvengono nei soggetti anziani, con un cuore indebolito dall’età, ma bisogna tenere conto anche del grande impatto che gli stili di vita hanno su tutte le patologie cardiovascolari, il cui sviluppo è legato anche a un’alimentazione ricca in grassi saturi, sedentarietà e vizio al fumo.
Quando la situazione del cuore non ottenga più miglioramenti dall’uso di farmaci e altri interventi, si può optare per l’impianto di un dispositivo che ne supporti la funzionalità. Per dare qualche numero, in Italia, ogni anno, vengono impiantati o sostituiti circa 72.000 pacemaker e 27.000 defibrillatori automatici. Emivita media di questi dispositivi, 6 anni. Il che significa che se il paziente impiantato avesse 65 anni, potrebbe richiedere più di una sostituzione nell’arco della propria vita.
L’Accordo Quadro di Consip
Per andare incontro alle aziende sanitarie, lo scorso marzo 2023 Consip ha avviato un bando per l’assegnazione di un Accordo Quadro riguardante la fornitura di dispositivi impiantabili attivi per funzionalità cardiaca.
Una gara che ha trovato i propri vincitori in 5 aziende tecnologiche, grazie alle quali Consip è ora in grado di ampliare la propria offerta di oltre 55.000 dispositivi, tra pacemaker, defibrillatori monocamerali e bicamerali e loop recorder, tutti di ultima generazione e con longevità elevata, per ridurre il numero di sostituzioni e il rischio di complicanze. 10, in tutto, i lotti della gara, per un totale di 51 diversi prodotti, in grado di rispondere alle diverse esigenze dei pazienti cardiopatici.
Saranno i cardiologi a scegliere i dispositivi più adeguati, caso per caso. La lista dei prodotti è stata valutata da un’apposita Commissione di esperti e redatta in collaborazione con l’Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione (AIAC). L’importo di assegnazione totale è di 183.417.100 di euro, mentre il criterio di aggiudicazione seguito è stato quello dell’offerta più vantaggiosa.
Presente un servizio opzionale
Il contratto sottoscritto prevede anche la possibilità, per le aziende sanitarie, di acquistare un sistema di monitoraggio a distanza del dispositivo impiantato. Un’opzione che supporta lo sviluppo di servizi sanitari digitali, riducendo il numero di follow-up ambulatoriali e, quindi, i costi per le strutture sanitari, ma non solo.
Il monitoraggio a distanza assicura anche di individuare eventuali problemi al loro sorgere, potendo quindi intervenire tempestivamente per ottimizzare l’intervento medico. Al tempo stesso, i pazienti, spesso anziani, possono ridurre le spese per i trasporti verso la struttura ambulatoriale e godere del comfort della propria casa.