La gestione perioperatoria del paziente sta acquisendo un ruolo sempre più importante nel management del percorso terapeutico e anche del blocco operatorio.
Ci sono infatti chiare evidenze che ogni azione messa in atto per preparare il paziente prima dell’intervento, per operare al meglio e per accoglierlo nelle prime fasi successive al risveglio, consentono di ottenere outcome migliori, anche in termini di permanenza in ospedale.

Tra i vari approcci che si stanno diffondendo vi è anche il “Perioperative Surgical Home”, un metodo che coordina le fasi pre, intra e postoperatoria nel loro insieme mettendo al centro il paziente.
Quest’ultimo è preso in carico da un team interdisciplinare, coordinato appunto dalla figura del direttore dei Servizi Perioperatori.
Il team è formato, a sua volta, da un’équipe operatoria, una anestesiologica e una gestionale.

Il metodo è promosso dall’American Society of Anesthesiologists e può essere applicato a qualsiasi intervento chirurgico, per qualunque specialità.
Benché esistano studi che provano l’efficacia del modello su alcuni dei percorsi perioperatori, poche sono le certezze rispetto al percorso nel suo insieme.

Teoricamente il PSH dovrebbe garantire una migliore gestione delle risorse, ridurre il tempo di ricovero del paziente e il tasso di riammissione post dimissione, ridurre le complicanze e la mortalità a esse associata.

Vantaggi, questi, confermati da una recente review sistematica della letteratura, condotta in USA. Gli studi presi in considerazione (11) sono multicentrici e riguardano l’implementazione del metodo (Cline KM, Clement V, Rock-Klotz J, Kash BA, Steel C, Miller TR. Improving the cost, quality, and safety of perioperative care: A systematic review of the literature on implementation of the perioperative surgical home. J Clin Anesth. 2020;63:109760. doi:10.1016/j.jclinane.2020.109760).
Gli aspetti maggiormente coinvolti nell’implementazione del PSH riguardano l’educazione preoperatoria (essenziale per far giungere il paziente al tavolo operatorio nelle migliori condizioni possibili), la standardizzazione dei protocolli di cura in tutte le fasi chirurgiche, l’uso di anestesia multimodale e lo sviluppo di modelli di collaborazione per lo staff.

I principali risultati ottenuti con l’implementazione del modello sono stati: riduzione del tempo di ricovero, minore uso di oppioidi nel postoperatorio, ridotta necessità di ricorrere alle cure intensive e maggiore probabilità di essere dimessi per rientrare a domicilio.

La review non ha invece confermato la riduzione del tasso di riospedalizzazione, così come non è risultato chiaro se la PSH riduca davvero i costi di gestione.
Quel che è risultato certo è che la qualità dell’esperienza del paziente migliora.

Stefania Somaré