L’intelligenza artificiale al servizio della popolazione in campo medico-sanitario è di grande attualità: oggi disponiamo di enormi quantità di dati ai quali si può teoricamente attingere per creare, grazie a motori di IA, delle traiettorie di rischio personalizzate generando profili all’interno della popolazione utili a intraprendere politiche proattive di intervento in ambito preventivo.
I profili possono essere ancora più attendibili se i dati anamnestici e comportamentali vengono integrati con dati di profilo genetico. Quest’ultimo aspetto di estrema avanguardia, inimmaginabile fino a non molto tempo fa, oggi è una realtà possibile a costi contenuti.
La vera criticità legata al costante aumento della vita media della popolazione deriva dalle patologie croniche non trasmissibili. In Italia oggi la popolazione è formata per metà da over 50 ed è provato che la perdita di funzioni dovuta all’invecchiamento inizia tra i 50 e i 60 anni. È inoltre nozione consolidata e clinicamente dimostrata che gli stili di vita sono gli elementi che più condizionano la qualità dell’invecchiamento. Bisogna ricordare, però, che oggi si può ragionare in termini di prevenzione.
Esiste un enorme margine d’intervento per quanto riguarda gli stili di vita sani, le diagnosi preventive e l’impostazione precoce di terapie, con risultati significativi soprattutto nelle patologie la cui individuazione in tempi rapidi consente di rallentare o bloccare l’evoluzione verso stadi più avanzati, con consistenti riduzioni dei costi sociali e dell’impatto drammatico sui singoli e sulle loro famiglie.
Di fatto, però, non è ancora possibile muoversi efficacemente in questa direzione perché l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in campo medico non è normato adeguatamente. È anche molto complesso in termini etici e deontologici raccontare a un paziente che cosa gli potrà accadere in base al proprio profilo di rischio.
Telemetria, telemedicina, algoritmi medici e intelligenza artificiale faranno parte del futuro di tutti, ma per sfruttare appieno l’ampia gamma di possibilità offerte dalla tecnologia servono norme certe che continuino a garantire la privacy delle persone, il principale ostacolo attuale all’utilizzo dei dati esistenti, ma che consentano di attuare una trasformazione digitale a beneficio della collettività realizzando una vera e propria medicina predittiva di territorio. I prodotti e i servizi forniti in questo delicato ambito dovranno essere certificati.
Se verranno superati gli attuali problemi di privacy, il medico, l’infermiere di famiglia e il farmacista potranno partecipare a interventi proattivi contattando i pazienti noti o le persone con profili di rischio elevato per mettere in atto interventi sanitari di prevenzione o di monitoraggio delle patologie croniche esistenti e di verifica dell’aderenza alle terapie prescritte.
Un simile scenario si inserisce tra gli interventi possibili e prioritari di un nuovo modello di assistenza territoriale primaria alla popolazione che si sta delineando e sul quale tutte le parti coinvolte stanno lavorando con vigore per attuare le nuove normative a livello nazionale e regionale.