Il controllo della Tb: emergenza mondiale

StopTb denuncia che il più grave problema da fronteggiare immediatamente e che rende il controllo della Tb una vera emergenza mondiale è il continuo aumento di casi di coinfezione Tb/Hiv e di Mdr-Tb in regioni come l’Africa sub-sahariana. Con ricadute sulle condizioni di salute degli immigrati in Italia. L’epidemia di Hiv sta dilagando, tanto da raggiungere livelli di pandemia; la principale causa di morte tra i malati di Hiv/Aids è proprio la Tb. Nonostante i buoni risultati ottenuti con la strategia Dots (directly observed therapy) in molti Paesi prevede anche che il paziente venga seguito costantemente da un operatore, nel corso dei 6-8 mesi previsti dalla terapia, il problema emergente della coinfezione Tb/Hiv sta rendendo inutili tutti gli sforzi fatti in precedenza. In questo caso il problema è di tipo logistico: mentre in Paesi come l’Italia il problema può essere superato a livello sia di diagnosi sia di cura, nei Paesi in via di sviluppo la situazione è decisamente critica.
Problemi di diagnosi: i soggetti Hiv+ hanno in genere un esame microscopico dell’espettorato negativo. Dato che in molti casi questo è l’unico test a disposizione, a molti Hiv+ non viene diagnosticata la Tb, con i rischi conseguenti.
Problemi di trattamento:
nei Paesi in via di sviluppo la disponibilità di farmaci non è sempre continua, specie per quel che riguarda il rifornimento di farmaci antiretrovirali;
nei centri periferici, i servizi per Tb e Hiv sono spesso separati. Manca la comunicazione tra le diverse clinics (Tb e Hiv): i pazienti nelle cliniche Tb non vengono quasi mai testati per Hiv e viceversa;
un paziente deve andare ogni giorno o tre volte alla settimana per prendere farmaci anti-Tb da una parte e poi andare in una clinica Hiv per prendere gli antiretrovirale, se disponibili. È uno sforzo che gran parte dei pazienti non farà mai, pena la mancata aderenza del paziente al trattamento e le conseguenze che ne derivano.
Il problema della Mdr-Tb è diffuso soprattutto nelle regioni dell’ex Unione Sovietica e del Vicino Oriente.
Diagnosi:
la diagnosi di Mdr-Tb può essere fatta dove esiste la possibilità di fare i test per la sensibilità ai farmaci (antibiogrammi). In molti Paesi è possibile fare esami colturali solo in uno o comunque pochi laboratori. Tutti i centri periferici dovrebbero fare riferimento a un unico laboratorio, con le conseguenze che ne derivano: spedizione dei campioni spesso fatte in modo inadeguato, sovraccarico di lavoro per il laboratorio, personale demotivato;
le prove di sensibilità devono essere accurate. Servirebbe un sistema di sorveglianza e controllo qualità esterna a ogni livello: periferico, distrettuale, nazionale. In molti Paesi questi programmi di sorveglianza ancora non esistono.
Trattamento:
i farmaci di seconda linea sono costosi e pochi Paesi possono usufruirne;
la durata del trattamento è di circa 24 mesi e gli effetti collaterali sono gravi;
la domanda di supporto al Green Light Committee (Glc) per i farmaci di seconda linea può essere fatta solo dove già c’è un sistema efficiente di sorveglianza della farmaco-resistenza.
Queste nuove problematiche hanno costretto a rivedere e migliorare le strategie adottate. La nuova strategia, in cui è attivamente impegnata StopTb, prevede di: ottenere un’espansione della strategia Dots di alta qualità, abbattere il continuo aumento di casi di coinfezione Tb/Hiv e di Mdr-Tb, contribuire al rafforzamento del sistema sanitario, coinvolgere al problema tutti gli operatori sanitari, coinvolgere pazienti e comunità, promuovere e potenziare la ricerca.